Aurora, morta in casa a 9 mesi, la mamma: "Mai stata dal pediatra, temevo di dover pagare"

Aurora, morta in casa a 9 mesi, la mamma: "Mai stata dal pediatra, temevo di dover pagare"
Lo sfogo in aula. «Per me è una sofferenza che non sta finendo più, tutto l'amore e il bene che volevo ad Aurora non si può capire». Lo ha detto in lacrime Marco Falchi, il padre della bambina di nove mesi morta di stenti nella notte tra il 26 e il 27 febbraio dello scorso anno, oggi in udienza davanti ai giudici della Corte d'Assise a Milano.

L'uomo è imputato per maltrattamenti aggravati assieme alla moglie in relazione al decesso della piccola. Rispondendo alle domande del pm Cristian Barilli, titolare dell'indagine, Falchi ha detto di avere «chiesto aiuto ai servizi sociali, ma non sono mai venuti. Sono andato da loro con Aurora in braccio. Ho dato il mio nome e il mio numero di telefono. Mi hanno detto che sarebbero venuti a vedere la situazione a casa, ma non sono mai venuti».

Rispondendo ad una domanda del pm che gli chiedeva se avesse mai avuto paura che i servizi sociali portassero via la bambina, ha detto: «Sì. La nostra era una situazione di miseria, di povertà».

LA MAMMA: "TEMEVO DI DOVER PAGARE, MAI STATI DAL PEDIATRA" La morte di Aurora è stata causata da una situazione «che mi è sfuggita di mano». A dirlo, questa mattina davanti ai giudici della Corte d'Assise di Milano, è stata Olivia Beatrice Grazioli, madre della piccola morta di stenti a soli nove mesi in via Severoli a Milano nella notte tra il 26 e il 27 febbraio dello scorso anno. Per la tragica vicenda la donna è imputata per maltrattamenti aggravati assieme al marito.

La donna, interrogata stamane, ha raccontato di non avere mai «fatto visitare la figlia dal pediatra, per paura che fosse a pagamento» ma di averla portata in più di una occasione al pronto soccorso dell'Ospedale San Carlo, l'ultima volta qualche settimana prima della morte, perché «la bambina aveva la febbre».
Nei giorni precedenti al decesso, invece, ha aggiunto, Aurora «stava benissimo». La madre della piccina, rispondendo alle domande del pm Cristian Barilli, ha raccontato che sua figlia veniva nutrita «fino a quattro volte al giorno» nelle prime settimane di vita, ma «non ricordo di preciso quanto, so solo che mia figlia mangiava tanto». Inoltre, ha spiegato ai giudici che la sua famiglia viveva solo con una «parte della pensione del padre» e che «se avessimo avuto i soldi, avremmo dato a nostra figlia i giocattoli e tutto il necessario». La donna, che ha tenuto a dire di portare sempre con sé un ciuccio della piccola dopo la sua morte, ha aggiunto: «Ritengo di avere fatto ciò che potevo, ma se diventassi madre di nuovo avrei altre accortezze, mi farei aiutare di più da mio padre. A noi piacciono tanto i bambini - ha concluso - ma Aurora sarà l'unica». Il processo proseguirà il 18 novembre, giorno in cui la Corte dovrebbe sciogliere la riserva sulla richiesta di perizia psichiatrica per i genitori della bimba avanzata dalla loro difesa.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Ottobre 2016, 15:33
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