"Ha evaso un miliardo di euro": imprenditore
italiano di opere d'arte catturato negli Emirati
Una società diventata così importante per l'analisi del mercato dell'arte che nel 2005 il ministero della Cultura ha siglato un accordo per l'accesso al suo database. Un impero che ha rivelato le sue ombre a partire dal 2002, quando un'indagine della Guardia di Finanza coordinata dal procuratore di Milano Giulia Perrotti porta «alla scoperta di un giro di false fatturazioni nel settore delle opere d'arte tramite una serie di società appositamente costituite sia in Italia che all'estero, in particolare in Svizzera, Usa, Danimarca e Lussemburgo. Tali società, amministrate da prestanome e da fiduciari svizzeri, mettevano in atto un imponente giro di fatture false per frodare l'Iva relativa alle compravendite fittizie secondo lo schema classico noto come »frode carosello«.
Cetti Serbelloni era ben noto nel mondo dell'arte e nei salotti finanziari milanesi, una delle sedi legali della società era in via Turati, mentre della famiglia è lo storico palazzo omonimo in corso Venezia che ospita da anni il circolo della Stampa. Secondo gli inquirenti avrebbe trattenuto il 20% della cifra evasa, soldi che in buona parte sono spariti su conti off-shore o totalmente ripuliti. Nel 2007 Serbelloni è stato arrestato dalla Gdf nell'ambito di un'inchiesta che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di altre sei persone accusate di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale ai danni dell'erario. Dopo un pò di mesi è stato scarcerato, ha seguito l'evoluzione del processo da uomo libero e nel 2015, quando è arrivata la condanna a 8 anni e 8 mesi da parte del gip Alessandra Cerreti, era già lontano dall'Italia. I carabinieri della IV Sezione (detta »Catturandi«) del comando provinciale di Milano hanno seguito le poche tracce lasciate dietro di sé arrivando fino in Marocco.
Dopo un periodo di buio l'intuizione è arrivata analizzando il pagamento dell'affitto della villa frequentata dalla sorella a Forte dei Marmi, località in cui Serbelloni era di casa e dove aveva progettato di costruire un resort di lusso. Gli investigatori diretti allora dal maggiore Andrea Ilari (ora comandante del nucleo operativo di Como) hanno scoperto che il bonifico arrivava da Abu Dhabi e così si sono concentrati su quell'area. Una volta individuato è iniziata la parte più complessa, convincere le autorità locali della necessità di arrestarlo. La tenacia dei carabinieri e l'intercessione dell'Interpol ha infine portato all'arresto di Serbelloni alcuni mesi fa (ma la segnalazione è giunta solo ieri) che attualmente è in un carcere di Abu Dhabi in attesa di estradizione. Nell'ordinanza della procura milanese il magistrato ha sottolineato la sua »spiccata dote imprenditoriale« e altrettanto »spiccata dote criminale«.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Settembre 2016, 21:48
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