"Yara morì nel campo in cui fu ritrovata":
l'elemento che smentisce la difesa di Bossetti

Video
Mentre si avvicina il giorno della sentenza per l'omicidio di Yara Gambirasio (prevista per venerdì 1 luglio), Giallo pubblica un'indiscrezione che rischierebbe di smontare il quadro difensivo di Claudio Salvagni e Paolo Camporini, i legali di Massimo Giuseppe Bossetti.
 
 


Tra i gravi indizi a carico del muratore arrestato per l'omicidio della 13enne, secondo gli inquirenti, ci sarebbe un ciuffo d'erba stretto nella mano di Yara. Per i legali, quello che doveva essere una prova decisiva per scagionare Bossetti rischia di essere un elemento accusatorio.

Come testimoniano le foto del cadavere il giorno del ritrovamento nel campo di Chignolo d'Isola, studiate con attenzione dagli inquirenti, Yara stringeva nella mano un ciuffo d'erba, come in un ultimo, disperato tentativo di resistere alla morte. Il colonnello dei Ros, Michele Lorusso, il primo a giungere in quel campo, sostiene che il ciuffo d'erba stretto da Yara fosse ancora attaccato al terreno. Non lo era più, però, nel momento in cui il corpo di Yara veniva portato via. I legali di Bossetti ora accusano il carabiniere di falsa testimonianza e sono convinti che quell'erba provenisse da un altro luogo, quello che per loro è la vera scena del delitto.

Non è dello stesso parere Cristina Cattaneo, l'anatomopatologa che eseguì l'autopsia sul cadavere di Yara: «L'erba che la ragazza stringeva tra le dita è la stessa presente nel campo di Chignolo d'Isola. Yara è stata uccisa lì, lo confermano altre prove effettuate sulla vegetazione e sugli insetti trovati sul corpo».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Giugno 2016, 23:12
© RIPRODUZIONE RISERVATA