Torre del Greco. Uccide il figlio, lo decapita
e poi festeggia. La perizia: "È sano di mente"

Torre del Greco. Uccide il figlio, lo decapita ​e poi festeggia. La perizia: "È sano di mente"
Non solo era capace d'intendere e volere il giorno in cui ha ammazzato il figlio a coltellate e ha poi infierito sul cadavere con un'accetta, decapitandolo dopo avere fumato una sigaretta. Ma è anche in grado di partecipare coscientemente al processo aperto a suo carico.



Sono queste - secondo quanto anticipato dalla stampa locale - le conclusioni della perizia stilata dallo psichiatra incaricato dal Tribunale per fare luce sulle condizioni di Giuseppe Paolino, il 73enne originario di Torre del Greco che nel tardo pomeriggio del 28 agosto 2013 nell'appartamento di Sant'Alberto, frazione alle porte di Ravenna, uccise il 36enne Nunzio, uno dei suoi numerosi figli avuti da due mogli, al termine dell'ennesima discussione per poi esultare per l'impresa con tanto di braccia sollevate al cielo al momento dell'arresto dei carabinieri.



Il 73enne - difeso dagli avv.
Carlo Benini e Alessandra Marinelli - deve rispondere di omicidio pluriaggravato: dalla premeditazione, dall'avere colpito un discendente, dalla crudeltà e dalla minorata difesa dato che la vittima quella sera aveva un tasso alcolemico di 2.69. E proprio quest'ultimo dato - secondo le indagini coordinate dal Pm Angela Scorza - spiegherebbe come l'anziano, peraltro con una gamba ingessata a causa di un incidente stradale, potesse avere avuto da solo la meglio su un giovane muscoloso e alto più di due metri.

Ultimo aggiornamento: Sabato 1 Novembre 2014, 16:05