Le porno pagelle dell'ex professore: "B. malata di testa, non mi diverte"

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Torino. Ora la prima cosa da capire è la seguente: quante donne, quante minorenni, oltre ad A.S., sono cadute nelle rete esoterica dell'ex insegnante di applicazioni tecniche e mago Paolo Meraglia? Quest'uomo corpulento e dall'aria mite e svagata, nato il 1 gennaio 1948 a Gioia del Colle, residente a Torino da sempre, aveva creato una diabolica e piccola setta in cui il sesso di gruppo era la medicina per curare ogni forma di disagio psichico o anche fisico, al centro del progetto c'era lui ma anche il suo sodale Biagino Viotti, 73 anni, di Vezza D'Alba, un paesino del Roero in provincia di Cuneo, un passato oscuro da impiegato in un'azienda della zona, tutti e due incensurati, con una vita assolutamente normale e anonima alle spalle.

Il Mago Meraglia è sposato con figli: la moglie è gravemente malata da molti e nulla avrebbe saputo della seconda vita del marito; oggi gli investigatori della squadra mobile, con grande fatica, stanno ricostruendo gli ultimi anni di un'esistenza condotta su un duplice binario. Lo devono ancora interrogare, il capo della mobile, Marco Martino, spiega che hanno dovuto agire in fretta per impedire che le violenze continuassero ma che hanno acquisito, nel corso di perquisizioni interminabili, una ingente documentazione cartacea, memorie dei personal computer e degli smartphone, nelle case degli arrestati.

Il terzo personaggio, così inquietante e così contraddittorio, è il fidanzato di A. Si chiama M. F., ha 22 anni, vive a Moncalieri, nella cintura torinese, ex studente di un istituto tecnico. È lui, guidato dalla madre a sua volta coinvolta e partecipe delle purificazioni a luci rosse, a indurre la sua fidanzata A. ad affrontare i banali disagi da adolescente a chiedere l'aiuto prima della madre e poi del mago e del suo aiutante-servo. Biagino Viotti è il proprietario della mansarda dove il mago che definiva in chat «zoccole» le sue adepte, diciamolo, almeno in parte consenzienti, svolgeva anche le funzioni di regista, tra videocamere nascoste ma anche no, dato il clima generale di fiducia. Gli interessi di Matteo emergono dall'immancabile profilo Facebook, tra foto di lupi ululanti e di panorami mozzafiato. Per il resto una scatola vuota.

Non sono queste le atmosfere della Torino magica, da sempre etichettata come la capitale europea del satanismo, con i suoi templi e le leggende metropolitane che raccontano storie, a volte vere a volte un po' esagerate, di messe nere, riti macabri e quant'altro. Oggi uno dei «vescovi» di Satana gestisce un negozio di dischi in pieno centro, non lontano dall'Università. E qualcosa di quel mondo segreto, racconta: «C'era una libreria ora chiusa che davvero aveva i testi sacri della magia nera, noi ci riunivamo in un parco in collina, Villa Genero, all'interno c'era una chiesa sconsacrata. Ogni tanto tenevamo un sabba internazionale, molto rigoroso nelle forme e nei contenuti, scandito dalle letture dei versetti contenuti in piccoli libretti zeppi di numeri e formule misteriose. Scorreva il sangue degli animali sacrificati, secondo i riti millenari. Sesso? Anche».

Di quelle atmosfere macabre, al confine tra il magico e l'esoterico, nella mansarda del signor Biagino, proprio non c'è traccia. I testi delle litanie, il mago, li copia-incollava da riviste dozzinali di astrologia, navigando sulla rete. La polizia ha sequestrato centinaia di pagine ritagliate con le forbici, con quelle fesserie senza significate, sottolineate con il pennarello rosso. Lo stile e le manie di un vecchio insegnante, Paolo Meraglia, non le aveva mai abbandonate. Come la mania delle pagelle: «Quella vale poco - scrive al fido Biagino - non deve venire più». «B. è malata di testa e non mi diverte. Allontanarla». Infine dettagli a luce rossa, secondo una specie di categorizzazione di donne e prestazioni. Uno squallore senza senso, con un solo fine. Quello di divertirsi con l'alibi di un esoterismo da B-movie.
ma.nu.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Marzo 2017, 09:10