Il ragazzo con lo zaino: "Dipinto come mostro, ma ecco com'è andata"

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«Ho sollevato le braccia per cercare di calmare la folla. Volevo far capire che non c'era alcun pericolo, che bisognava stare tranquilli. Ma hanno fatto di me un capro espiatorio. Quelle immagini mostrate in tv e sui siti mi si sono ritorte contro». Lo dice - a La Stampa - il giovane con lo zainetto indicato come sospettato di aver creato il panico a Torino, di cui il quotidiano fa anche il nome, Davide Buraschi, 23 anni. «Mi hanno tenuto in questura per ore. Ho spiegato tutto quello che avevo visto e che ho fatto. È stato terribile. I media hanno fatto di me un mostro, un sobillatore. Hanno cercato di scaricare su di me la colpa di quei mille e 500 feriti», afferma.



Ricostruisce così quei momenti: «Eravamo sul 3 a 1. La delusione era tanta. A un certo punto ho sentito un forte odore. Forse uno spray al peperoncino spruzzato incautamente, forse una fiala puzzolente di quelle che di solito si usano per gli scherzi di carnevale. Non lo so. So solo che intorno a me si è creato un vuoto. Io sono rimasto al centro. Isolato». Spiega anche che Sharon, la sua fidanzata, «ha avuto un attacco d'asma per quell'odore nauseabondo che si è sprigionato in quel punto della piazza». Ora si è rivolto a un avvocato: «Voglio capire cosa sia successo. Mi dispiace per tutte quelle persone ferite, ma non è stata colpa mia. Adesso devono trovare i veri responsabili».

Intervistato anche dal Messaggero, ribadisce che in questura «mi hanno ascoltato esclusivamente come persona informata sui fatti, niente di più. Semmai sono un testimone». Non ha lanciato petardi o qualcosa di simile? «Assolutamente no - dice -. Non lo avrei mai fatto. Ho la coscienza a posto. Lo si vede anche nei filmati che non ho gettato niente».
Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Giugno 2017, 10:11
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