I morti sono 291. Funerali di stato per le vittime delle Marche

Il vescovo: "Urlate la sofferenza senza perdere il coraggio"
A seguito del decesso dell'uomo ricoverato presso l'ospedale di Perugia e proveniente da Arquata, il bilancio delle vittime del terremoto del centro Italia, comunicato dalle Prefetture di Rieti e Ascoli Piceno, è salito al momento a 291: 230 ad Amatrice, 11 ad Accumoli e 50 ad Arquata del Tronto. Lo rende noto la Protezione civile.




LE SALME Torneranno ad Aquata del Tronto, nei cimiteri delle frazioni di Pescara e Capodacqua, le salme delle vittime marchigiane del terremoto, al termine dei funerali che si sono celebrati oggi ad Ascoli alla presenza del Presidente Sergio Mattarella . Lo ha detto all'Ansa il sindaco Aleandro Petrucci. I familiari hanno raggiunto Ascoli dalle tendopoli a bordo di tre autobus. «Vogliono i loro cari nei nostri cimiteri per averli vicini e perchè vogliono che qui rinascano le loro case» ha aggiunto il sindaco.

LA TERRA TREMA ANCORA Sono state due le nuove scosse di terremoto chiaramente avvertite dalla popolazione poco dopo le 8 di stamani. Secondo i rilevamenti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, alle 8:08 si è avuta una scossa di magnitudo 3.3 con epicentro a 9 km da Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) e alle 8:20 se ne è registrata un'altra di magnitudo 3.4 con epicentro a 3 km da Capitignano (L'Aquila) e 9 da Amatrice.



LA PAROLE DI MATTARELLA Si è fermato davanti alla chiesta di Sant'Agostino il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, entrato nella zona rossa del paese devastato dal sisma. Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, gli sta spiegando la situazione. Il capo dello Stato, che passerà anche davanti alla scuola antisismica crollata, ha stretto la mano ad alcuni soccorritori, complimentandosi con loro per l'instancabile lavoro di questi giorni e si sta dirigendo verso il Coc, il Centro operativo.



Mattarella ha parlato brevemente con gli operatori della Croce Rossa Italiana soccorsi speciali giunti dal Piemonte e si è complimentato con loro per il lavoro che stanno svolgendo. «Vi ringrazio per quello che fate» ha detto. «È il nostro dovere, presidente», gli hanno risposto. Il presidente ha quindi proseguito verso il Centro Operativo di coordinamento della Protezione civile.



l presidente Mattarella ha lasciato dopo circa 20 minuti il campo di Accumoli in auto ed è ora diretto ad Ascoli Piceno per i funerali delle vittime marchigiane del sisma.

«Terremoto. Ad Amatrice e Accumoli con il presidente Mattarella che incontra cittadini, operatori e volontari: un'Italia meravigliosa» Lo scrive su Twitter il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che su Fb aggiunge: «Istituzioni unite per le popolazioni colpite dal sisma».

LUTTO NAZIONALE I tricolori e le bandiere dell'Europa esposti sugli edifici pubblici sono oggi a mezz'asta su tutto il territorio nazionale in concomitanza con i funerali solenni delle vittime del terremoto che ha colpito tre giorni fa l'Italia centrale, con un bilancio non ancora definitivo di 284 morti.



Lo ha disposto la presidenza del Consiglio dei ministri, che ha proclamato per oggi il lutto nazionale. Le esequie di alcune delle vittime si svolgeranno tra circa un'ora, alle 11.30, nel Duomo di Ascoli Piceno, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del premier Matteo Renzi e di altre autorità.
 
 


FUNERALI DI STATO AD ASCOLI ​Sono allineate di fronte all'altare nella palestra comunale di Monticelli ad Ascoli le 35 bare delle vittime marchigiane del terremoto. Tra loro due bambini. Intorno parenti e amici che piangono e si abbracciano. Molte le corone di fiori. Nella palestra sindaci e gonfaloni. Dentro fa già molto caldo e i boy scout distribuiscono acqua a tutti. 



Ci sono i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso, tutti i sindaci dei comuni marchigiani, i vicepresidente della Camera Simone Baldelli e Luigi Di Maio. Renzi, che ha preso posto al fianco della presidente Boldrini, fissa le bare con la moglie Agnese, entrambi visibilmente commossi.



Le autorità sono sedute in una delle prime file della palestra dove si svolgeranno i funerali delle vittime del terremoto. Diversi i sindaci, anche il sindaco dell'Aquila, Cialente e i cittadini che si avvicinano a Renzi, Grasso e Boldrini, per stringere loro la mano e scambiare qualche parola. Nella palestra anche numerosi parlamentari come il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio e gli europarlamentari Antonio Tajani e David Sassoli. Con loro inoltre il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.



«'E adesso, Signore, che si fa?' Quante volte, nel silenzio agitato delle mie notti di veglia e d'attesa, ho diretto a Dio la stessa domanda che mi sono sentito ripetere da voi in questi giorni». Lo ha detto nell'omelia ai funerali il vescovo D'Ercole.«A nome mio, nel nome di questa nostra gente tradita dal ballo distruttore della terra: 'e adesso che si fa?' mi sono rivolto a Dio Padre, suscitato dall'angoscia, dall'avvilimento di esseri umani derubati dell'ultima loro speranza».



«Le nostre origini sono contadine. In natura arare è come un terremoto per la terra: si spacca, è ferita, ne esce frantumata in zolle. L'aratro ferisce ma è lo strumento-primo per la nuova seminagione: si ara per preparare la terra a un nuovo raccolto. I sismologi tentano di prevedere il terremoto, ma solo la fede ci aiuta come superarlo». Lo ha detto nell'omelia ai funerali delle vittime del terremoto il vescovo di Ascoli, Giovanni D'Ercole. «La fede - ha aggiunto - la nostra difficile fede, ci indica come riprendere il cammino: con i piedi per terra e lo sguardo al cielo».

Durante i funerali delle 35 vittime del sisma ad Ascoli Piceno, sono stati scanditi uno per uno i nomi delle persone che hanno perso la vita.
 


Si sono scambiati un segno di pace scossi dai singhiozzi, tra gli abbracci, i familiari delle vittime marchigiane del terremoto presenti alla palestra comunale di Ascoli Piceno per i funerali solenni dei loro cari. 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella subito la conclusione della funzione religiosa ha raggiunto le bare delle vittime marchigiane del terremoto per un saluto con i familiari. Il Capo dello Stato distribuisce strette di mano, fermandosi per qualche minuto con tutte le famiglie colpite dalla tragedia della perdita.

«L'idea dei bambini mi distrugge. Mi dispiace tanto, tantissimo». Così Agnese Renzi, scossa dai singhiozzi, si rivolge a una donna della protezione civile al termine dei funerali solenni nella palestra di Ascoli. 

IL VESCOVO: "URLATE LA SOFFERENZA SENZA PERDERE IL CORAGGIO" «Non abbiate paura di gridare la vostra sofferenza, ma non perdete coraggio. Insieme ricostruiremo le nostre case e chiese». È questo uno dei passaggi più forti dell'omelia del vescovo di Ascoli Piceno, Giovanni D'Ercole, ai funeralisolenni di 35 delle 50 vittime del terremoto che nelle Marche ha devastato il comune di Arquata e raso al suolo la frazione di Pescara del Tronto. I loro nomi sono stati scanditi uno per uno. Ne mancano ancora 15, tra loro anche dei bambini. I genitori sono feriti, si attende che siano in grado di presenziare. Alla cerimonia assistevano le più alte cariche dello Stato: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il premier Matteo Renzi, i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso. Con loro numerosi alti ufficiali, diversi parlamentari, il presidente della Regione Marche e tanti sindaci. L'accoglienza più calorosa è stata riservata al capo dello Stato: all'arrivo di Mattarella è scattato l'applauso della folla, stretta tra le transenne e la lunga e drammatica fila di carri funebri parcheggiati nei pressi della palestra dove si è tenuta la cerimonia. Il capo dello Stato, che aveva già rassicurato gli sfollati poco prima ad Accumoli, «non vi lasceremo soli», ha abbracciato i familiari delle vittime. Poi ha incontrato gli oltre 50 feriti ricoverati nell'ospedale di Ascoli, a una manciata di metri dalla palestra. Nel corso della visita, nella quale ha regalato una bambola a Giorgia, la piccola di 4 anni strappata dalle macerie 16 ore dopo il terremoto, il presidente ha «promesso che tornerà qui per inaugurare qualcosa di importante», ha riferito il sindaco di Arquata, Aleandro Petrucci. Il capo dello Stato ha spronato la popolazione ad andare avanti, a non lasciarsi sconfiggere dalla tragedia. «Io vi aiuterò», è stata la promessa di Matteo Renzi a una giovane, parente di alcune delle vittime. «Ci siamo e ci saremo sempre», ha detto il premier, assicurando interventi urgenti per la ricostruzione della scuola, della chiesa e del municipio di Arquata del Tronto. «Ci penserò io a stimolarlo», ha assicurato ad un'altra famiglia la moglie Agnese, apparsa particolarmente commossa. «Ditemi cosa è meglio per voi: non possiamo decidere tutto noi da Roma», ha sottolineato il presidente del Consiglio, promettendo che tornerà ad Ascoli, ma «a telecamere spente, non vi lasceremo soli». Non tutti i familiari hanno retto l'emozione della giornata. Alcuni hanno patito dei leggeri malori, complice il caldo asfissiante. Altri, come la signora Maria e suo marito che a Pescara del Tronto hanno perso due parenti originari di Bologna, sono usciti in lacrime prima che iniziasse la cerimonia. «C'è odore di morte, non ce la facciamo», hanno confessato con gli occhi lucidi. Sono salvi perché si sono buttati da una finestra, come tanti altri nel paese, e poi aiutato i parenti a fuggire prima che la cittadina si trasformasse in un impressionante ammasso di macerie. Sembra essere stata colpita da una bomba atomica. La loro storia è simile a quella di tanti altri piccoli e grandi eroi, che in quella terribile notte hanno messo a rischio la propria vita per salvare quella degli altri. Nell'omelia, il vescovo D'Ercole ha evocato il «boia notturno venuto a strapparci di dosso la vita. La nostra terra, però, è popolata di gente che non si scoraggia». Le «nostre campane torneranno a suonare».
 
 
Ultimo aggiornamento: Domenica 28 Agosto 2016, 11:59
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