Teresa e Trifone, "sms deliranti da Rosaria
a Ruotolo per fingere di essere pazza"

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Una serie di sms «deliranti» di Rosaria Patrone a Giosuè Ruotolo, per fingere una «pazzia» a coprire le molestie via Facebook nei confronti di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i fidanzati uccisi a Pordenone, e che finiscono giusto il giorno prima del duplice delitto del palasport. Li riporta l'ordinanza con cui il Gip di Pordenone Alberto Rossi ha disposto le misure cautelari nei confronti della coppia indagata.
 


Una «inquietante attività di simulazione - scrive il giudice - con palesi rappresentazioni artefatte e di contenuto delirante attuata dalla Patrone, a riprova della elevata criticità comportamentale caratterizzante la relazione tra i due soggetti». Nei messaggi Rosaria Patrone, fingendo di essere la propria madre, la sorella o il proprio avvocato, avverte Giosuè di aver subito emorragie cerebrali, ematomi al cervello, ricoveri in coma, arresti cardiaci, morbo di Parkinson, ricoveri in rianimazione, emorragie interne, perfino la morte e il ricovero in obitorio.

La traccia dei messaggi inizia nel novembre 2014, il periodo in cui si presume possa essere avvenuta la lite tra Trifone e Giosuè scaturita dalla scoperta del profilo Facebook con cui Ruotolo molestava Teresa Costanza, e cessa improvvisamente e totalmente dopo il 17 marzo 2015, «ad evidenziare - scrive il Gip - l'immediata e profonda cesura che da tale giorno si è verificata nella relazione tra i due e la logica connessa conoscenza da parte della Patrone delle circostanze tali da determinarla».

L'ipotesi della Procura di Pordenone è quindi di una messinscena, che dopo l'eliminazione dei due fidanzati non aveva più senso di essere rappresentata, non essendoci più pericolo di denuncia da parte di Ragone, e quindi il rischio che un'eventuale indagine ponesse fine alla carriera di Ruotolo nelle Fiamme Gialle. La Patrone recitava per gli inquirenti la parte della «pazza», così da essere eventualmente scusata in caso di aperture di un fascicolo di indagine, pronta ad assumersi tutta la colpa dello stalking. 

NIENTE UDIENZA DI CONVALIDA Come anticipato dall'avvocato Costantino Catapano, stamani Rosaria Patrone, la studentessa di 24 anni indagata per favoreggiamento nel duplice omicidio dei fidanzati a Pordenone, non si è presentata per l'udienza di convalida di fronte al Gip. La donna è stata rappresentata da un legale che era stato delegato dal difensore di fiducia nel ritiro degli atti. Il prossimo passaggio sarà dunque l'udienza di fronte al Tribunale del Riesame di Trieste, che dovrebbe esprimersi nei primi giorni di aprile. Fino ad allora, la Patrone resterà ai domiciliari e il fidanzato Giosuè Ruotolo in carcere a Belluno.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Marzo 2016, 17:33
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