Messina, svelato il mistero degli incendi
di Caronia: preso un 26enne col papà

Messina, svelato il mistero degli incendi di Caronia: preso un 26enne col papà
MESSINA - Svelato il mistero sui misteriosi incendi degli ultimi mesi a Caronia, nel messinese. E c'è un arresto.





All'alba i carabinieri, che stanno ancora eseguendo perquisizioni, hanno fermato un 26nne e contestualmente notificato un avviso di garanzia al padre, entrambi ritenuti, a vario titolo, responsabili di roghi avvenuti a Canneto di Caronia negli scorsi mesi.



L'indagine, coordinata della Procura della Repubblica di Patti e in corso da alcuni mesi, è dedicata a svelare i misteriosi fenomeni che si celavano dietro gli incendi avvenuti nella frazione marina del comune di Caronia, luoghi che già nel gennaio 2004 erano stati teatro di vari roghi che avevano avuto una ripresa a partire dal luglio 2014. A quanto ricostruito dai Carabinieri, però, dietro gli incendi non c'era nessun mistero: si trattava infatti di roghi dolosi messi in scena dal ventiseienne con la complicità del padre. Tutti i particolari saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà nella mattinata di oggi alle ore 10:30 presso il comando provinciale dei carabinieri di Messina.



Sono state le immagini delle telecamere installate dai carabinieri ad incastrare Giuseppe Pezzino, 26 anni, e il padre Antonio, di 55, come gli autori di diversi incendi a Caronia. Gli inquirenti, al momento, escludono che i due possano essere responsabili anche dei roghi avvenuti nella stessa area nel 2004. I carabinieri stanno tuttavia svolgendo accertamenti anche su questi episodi che sono stati oggetto di studio da parte di una commissione di esperti. I casi contestati ai due indagati sono tutti del 2014; in particolare gli investigatori hanno registrato alcuni episodi incendiari dove è evidente la partecipazione del giovane o di quest'ultimo con il padre. In alcuni fotogrammi che risalgono al 20 luglio, in occasione di un incendio alla mansarda dell'abitazione dei Pezzino, si vede il giovane appiccare il fuoco con cartoni e stracci. In un altro video del 24 settembre sia il padre che il figlio danneggiano un pick-up dell'Unione dei Nebrodi mentre il giorno dopo Giuseppe Pezzino viene ripreso mentre brucia i vestiti accatastati nel sottoscala della loro abitazione. Il giorno dopo il giovane viene immortalato mentre è intento a bruciare un sacco in plastica contenente abiti, posto sotto il capanno adiacente al gazebo di fronte all'abitazione della famiglia, e mentre appicca il fuoco anche a un'Alfa Romeo 147 di proprietà dei cugini. L'ultimo episodio, che è anche quello più emblematico, del 7 ottobre: una giornalista televisiva è intrattenuta dal padre mentre il giovane dà fuoco indisturbato ad alcuni vestiti all'interno di una cantina da dove esce poco dopo scavalcando una ringhiera, in modo da ricollocarsi nel campo visivo delle telecamera per dare la sensazione di non essersi mai allontanato. Un modo per indurre la giornalista a credere che l'evento incendiario, notato da lì a poco, fosse un fenomeno inspiegabile di autocombustione.



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Ultimo aggiornamento: Giovedì 5 Marzo 2015, 16:19
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