"Sono stata in coma ma la vita è un dono, lo Stato non può accompagnarti alla morte"

"Sono stata in coma ma la vita è un dono, lo Stato non può accompagnarti alla morte"
La storia di Sara. «Il messaggio che deve passare non è un messaggio di morte: lo Stato non deve dire al cittadino ti accompagno a morire. Dev'essere promotore di vita e dovrebbe creare delle strutture eliminando tanti sprechi, nelle quali viene data una dignità al malato. Ci sarebbe meno depressione e forse non si arriverebbe nemmeno alla decisione del suicidio».

A parlare è Sara Virgilio, 42 anni, che ventitré fa, nel 1994, ha sperimentato la difficile esperienza del coma da vittima della strada, investita a Salerno e portata poi in eliambulanza al policlinico Gemelli di Roma. Dopo il coma Sara si è ripresa, ha una laurea in biologia con indirizzo biotecnologico-biomolecolare, anche se gli strascichi di ciò che è stato continuano in parte ad esserci. Ha un solo rene, difficoltà a livello ortopedico e ha fatto un ultimo intervento appena due anni fa. Sara ha deciso di essere presente al sit-in di ProVita al Pantheon, dove gli esponenti dell' associazione hanno manifestato la loro contrarietà al ddl sul biotestamento in discussione alla Camera.

«Noi - spiega Sara - siamo testimonianze che non possono passare in ombra. Il disabile si sente tale nel momento in cui vede che attorno a se c'è un'indifferenza, non ci sono le condizioni per poter essere aiutati». «Io non avrei mai firmato delle disposizioni anticipate di trattamento che consentissero di non idratarmi e nutrirmi- aggiunge - ho avuto la perforazione dei polmoni da parte delle costole, poi una serie di problemi tra cui anche le piaghe da decubito, non è stato facile, sono stata in carrozzina per diversi tempo, ma lottavo per esserci perché quella per me era vita. Era una condizione che andava difesa perché io c'ero, volevo esserci e anche se non è stato facile». «La vita è un dono e questo dono mi è stato dato - conclude - mi piacerebbe pensare che per i malati venga creata una situazione di dignità, assistenza e non abbandono». 
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Marzo 2017, 17:57
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