Scuola, lezioni finita prima per le elezioni. L'ira dei presidi per il maxi-ponte: "Basta votare nelle aule"

Scuola, lezioni finita prima per le elezioni. L'ira dei presidi per il maxi-ponte: "Basta votare nelle aule"

di Lorena Loiacono
A scuola si vota, più per le elezioni amministrative che per gli scrutini di fine anno. E la didattica, ancora una volta, passa in secondo piano. Tra le ire di presidi e docenti alle prese con un programma scolastico da portare a termine e con le interrogazioni dell'ultima ora, da smaltire in pochi giorni. Ma anche questa volta i ragazzi, in barba agli appelli del mondo della scuola, usciranno dalle aule per fare spazio ai seggi, per le elezioni del 5 giugno. Significa che gli istituti resteranno chiusi per la preparazione dei seggi dal venerdì 3 al martedì successivo, per consentire il ripristino dei locali. E allora, complice il ponte del 2 giugno, la scuola è praticamente agli sgoccioli. Se non addirittura finita.

LA PROTESTA
Gli studenti si ritrovano, quindi, l'anno scolastico ridotto di almeno una settimana, nelle regioni in cui le lezioni terminano il 7 o l'8 giugno, in cui è sostanzialmente impossibile riprendere le lezioni in classe. Come nel Lazio, dove sono 109 i comuni che andranno al voto e quindi terranno chiuse le scuole, o la Lombardia dove le urne si apriranno per 239 comuni, in Campania sono 144 e in Calabria 88, in Piemonte sono 156 i comuni al voto e nel Veneto 82. Una situazione che interessa tutta Italia quindi, da Nord a Sud, con ben 1363 comuni che dovranno eleggere il sindaco e i consigli comunali. In alcuni casi, come a Roma, le elezioni non erano neanche previste all'inizio dell'anno scolastico, quando la giunta dell'allora sindaco Marino era ancora salda in Campidoglio, e quindi il calendario stilato dai singoli istituti tra chiusure invernali e pause per le festività non ha potuto tenerne conto. Tante scuole quindi si ritrovano in corso d'anno con una settimana in meno. E ancora parte del programma da recuperare. Non solo, i seggi elettorali non danno problemi solo alla chiusura dell'anno scolastico ma anche agli esami conclusivi del primo ciclo. Basti pensare che il ministero dell'istruzione è dovuto correre ai ripari e anticipare di un giorno l'unica prova nazionale prevista per gli esami di terza media: il test Invalsi, programmato per il 17 giugno, si svolgerà invece il 16 giugno. Il motivo? Semplice: venerdì 17 le scuole potrebbero essere nuovamente impegnate nell'organizzazione dei seggi per l'eventuale secondo turno, quello del ballottaggio che si svolgerà, dove necessario, domenica 19 giugno. E allora fuori studenti e docenti, spazio alle urne. «Per anni ho chiesto che le scuole non fossero sede di seggio elettorale - denuncia Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi - ma non sono mai stato ascoltato. Evidentemente non c'è la volontà di ascoltare i bisogni della scuola. Sarebbe invece molto più semplice poter sfruttare i locali di caserme, uffici comunali e spazi del ministero degli interni non utilizzati. Le scuole potrebbero divenatare seggio solo lì dove non c'è proprio nessuna alternativa. Eppure nessuno ci pensa. Per il referendum di ottobre spero che si corra ai ripari: chiudere le scuole due volte in pochi mesi sarebbe davvero troppo». Ma non è tutto. Quest'anno ad aggravare la situazione c'è anche la concomitanza, proprio a ridosso del ponte del 2 giugno, delle prove del concorso per i docenti della scuola. Lunedì e martedì prossimi infatti, rispettivamente il 30 e il 31 maggio, gli istituti rischiano di svuotarsi da tutto quell'esercito di docenti precari in forze nelle aule in qualità di supplente. Alle prove selettive partecipano infatti docenti già abilitati e quindi, probabilmente, in cattedra alle prese con la fine dell'anno scolastico. E non si tratta di un gruppetto ristretto: tra lunedì e martedì, infatti, si svolgeranno due tra le prove più affollate.

LA SELEZIONE
Si tratta degli ultimi due giorni di selezione del concorso, iniziato il 28 aprile scorso, destinati ai docenti per la scuola dell'infanzia e per la primaria. Due classi di concorso tra le più numerose e quindi con il maggior numero di candidati al concorso. Alla selezione si presenteranno, infatti, ben 148.500 candidati, tra questi 75mila si contendono i 17.299 posti comuni alla scuola elementare e 73.500 si contendono i 6933 posti per la scuola dell'infanzia. Una parte dei candidati si presenta per entrambi gli scritti quindi, pur non trattandosi di 150mila persone effettive, si tratta comunque di 150mila assenze da scuola, in due giorni. E non c'è neanche una grande possibilità per i presidi di chiamare e trovare un supplente, evidentemente. Che cosa significa? Che in molte classi le lezioni terminano addirittura prima del ponte del 2 giugno. Potrebbero finire, di fatto, oggi stesso. Per chi fa la settimana lunga, altrimenti sono finite ieri. Salvo fare i saluti di fine anno mercoledì 1 giugno, poi tutti in vacanza. O, meglio, alle urne.

 
Ultimo aggiornamento: Sabato 28 Maggio 2016, 12:25