Schianto tra treni, il capostazione di Andria:
"Non sono l'unico responsabile, vivo un incubo"
Sull'uomo pesa la responsabilità della partenza del treno da Andria, ma lui si difende così: «Non è stata solo colpa mia, ora vivo un dramma». E la moglie lo sostiene: «Da martedì non mangia e non dorme, continua a pensare a quel tremendo istante che ha segnato la sua vita. Stiamo vivendo un incubo, soffriamo per le famiglie che hanno perso i propri cari ma non possiamo portarci tutto questo peso sulle spalle». Anche i conoscenti difendono Vito: «Ha sempre fatto il suo lavoro con serietà e professionalità, è una persona educata e perbene, un padre di famiglia esemplare».
Sull'uomo ora pesa l'accusa di disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Non è stato ancora interrogato, ma lo sarà nelle prossime ore. Così come il suo omologo di Corato, Alessio Porcelli. Il figlio del capostazione parla così del padre: «Viviamo un momento terribile, non c'è solo la responsabilità della coscienza. In quell'incidente mio padre ha perso anche dei colleghi».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Luglio 2016, 12:08
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