"L'immigrato mi ha guardata": scatta
il raid dopo le lamentele di una 14enne

"L'immigrato mi ha guardata": scatta il raid dopo le lamentele di una 14enne
​Salerno. Uno sguardo, una foto, delle attenzioni poco gradite di cui lei, una quattordicenne di Matierno, popolare quartiere della zona collinare di Salerno, si lamenta prima con degli amici e poi con i genitori. Così la tensione esplode, all’inizio sembra essere solo un litigio a bordo di un pullman tra profughi e giovani salernitani ma poi a quella lite segue un raid punitivo, una guerriglia urbana durante la quale un nutrito gruppo di italiani «assale» il fabbricato che ospita i rifugiati in attesa di asilo politico in via Vecchia Matierno.

Un assalto armato quello di domenica notte che, in fondo, è solo il preludio di una giornata all’insegna della follia dove i protagonisti sono i migranti ospiti del territorio Salernitano. Accade così che sul treno metropolitano, lungo la linea Mercato San Severino-Buccino, altri tre ospiti di un centro di accoglienza, tre senegalesi, picchino il controllore colpevole di aver chiesto loro il biglietto per poi riprendere la scena con un telefonino (sono stati tutti identificati e fermati dai carabinieri dopo qualche ora). Così come accade, sempre nella giornata di ieri, che un arabo segnali la presenza di un ordigno esplosivo all’interno del palazzo di giustizia. Lo fa con una telefonata, durante la quale pronuncia poche parole, prima in arabo e poi in italiano: «c’è una bomba, esploderà a mezzogiorno».

Un falso allarme che ha scombussolato l’intera giornata di magistrati, avvocati, detenuti e anche dei commercianti di corso Vittorio Emanuele, costretti tutti ad evacuare aule giudiziarie, uffici e negozi per oltre tre ore. Su quanto accaduto a Matierno è ora concentrata l’attenzione dei carabinieri i quali hanno cercato di ricostruire esattamente l’accaduto, ascoltando decine e decine di persone, ma stanno anche identificando tutti i partecipanti al raid. Una ricostruzione, quella fatta dai militari dell’Arma, che ha portato a tirare un sospiro di sollievo: nessuna violenza sessuale consumata, come si era appreso in un primo momento, ma soltanto delle «attenzioni» poco gradite. A scatenare il tutto, dunque, sarebbe stata la rabbia dei residenti, stanchi di quella convivenza «forzata» e dei «cattivi comportamenti» degli ospiti stranieri, abituati a bere alcol e a creare problemi ai cittadini della zona. Ma torniamo ai fatti. La ragazzina da giorni avrebbe ricevuto delle attenzioni, fatte di sguardi e ammiccamenti, da un giovane africano. Di questa cosa si era confidata con un’amica. Domenica sera, però, queste attenzioni hanno provocato la rabbia di un gruppo di amici della giovane. Una foto scattata alla 14enne da un giovane straniero ha provocato la prima lite: un’accesa discussione con pugni, schiaffi ed insulti che si sarebbe poi esaurita senza troppi problemi. Una volta a casa la ragazzina avrebbe poi riportato l’accaduto ai genitori e ciò avrebbe dato origine ad una seconda ondata di violenza che ha visto coinvolti molti residenti tra donne e uomini, pronti a farsi giustizia.

Erano circa le 22.00 quando parte l’assalto al centro Sprar. Decine e decine di persone armate di spranghe, mazzole e sassi, hanno tentato di forzare la porta del centro lanciando pietre contro i vetri dell’appartamento che ospita sette persone tra nigeriani e libanesi. Solo l’intervento dei carabinieri ha scongiurato un più grave epilogo. Per don Marco Raimondo, parroco della Chiesa Nostra Signora di Lourdes: «Matierno è un quartiere problematico che vive tante difficoltà, quindi non c’è da stupirsi se l’integrazione risulta complicata. Sono soprattutto i giovani a nutrire insofferenza verso gli stranieri e sono certo che questa diffidenza derivi dall’ambiente familiare che non educa all’accoglienza e alla tolleranza, ma che, invece, trasmette messaggi sbagliati».
Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Gennaio 2016, 20:00
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