Ginecologia chiusa a Cava, donna incinta corre
a Salerno. Scoperta choc: il figlio è senza vita

Ginecologia chiusa, mamma corre a Salerno: il figlio è senza vita
​Alla sua seconda gravidanza va al Santa Maria dell’Olmo per eseguire un prelievo del sangue per gli esami di routine, prescritti al termine della gestazione, e riferisce all’infermiere di turno la sua preoccupazione: «Non sento più muovere il mio bambino», avrebbe detto. Il reparto di ginecologia però è chiuso dal primo gennaio e così non può avere assistenza: nessuna visita, nessun esame ecografico, niente. Non c’è altro da fare che raggiungere Salerno con la paura e l’incubo di perdere il proprio bambino. E così il marito accompagna la donna al Ruggi D’Aragona dove la sottopongono ad un’ecografia che rivela la morte intrauterina del bimbo che aveva in grembo. Una tragica verità resa ancora più terrificante dall’interrogativo, che forse solo l’autopsia può sciogliere, e cioè se l’ostetricia del Santa Maria dell’Olmo fosse stata aperta il piccolo avrebbe potuto salvarsi? Ma non è finita perché la giovane mamma cavese ha dovuto affrontare una lunga odissea.

Dopo il triste responso al San Leonardo la donna, forse non volendo credere al triste verdetto, si è recata alla Clinica Tortorella dove è in servizio la sua ginecologa di fiducia che l’ha seguita per tutta la gestazione. La dottoressa le conferma la diagnosi e visto il rischio di complicanze come il sopraggiungere di uno stato febbrile decide di non intervenire e chiama il 118 per il trasferimento al Ruggi.

«Il pronto soccorso era affollato – hanno raccontato i familiari – abbiamo dovuto aspettare nonostante la gravità della situazione. Poi finalmente hanno proceduto al ricovero. Le hanno indotto il parto naturale e dopo un travaglio durato tutta la notte. Ieri (domenica per chi legge) ha partorito». La donna è rimasta ricoverata presso la struttura ospedaliera salernitana e le sue condizioni, almeno quelle fisiche, sono andate lentamente migliorando. La donna e la sua stessa famiglia non hanno voluto presentare denuncia. Stando a quanto riferito nelle prime ore sul corpicino del piccolo dovrebbe essere eseguita l’autopsia: un esame di prassi in casi di morte intrauterina.

La storia straziante della giovane madre cavese ha suscitato dolore e rabbia. La notizia è rimbalzata sui social network. L’associazione Frida da sempre vicina alle donne ed in prima linea per le sorti dell’ospedale, dalla divisione di senologia al reparto di ginecologia ed ostetricia ha espresso per bocca della sua presidente lo sdegno per quanto accaduto. «Perdere un bambino o una bambina è un dolore atroce che ti segna per sempre – si legge in un post della presidente Alfonsina De Filippis -. Perderlo perché non bene assistite aggiunge rabbia al dolore. Probabilmente se a Cava non ci fossero incertezze sul funzionamento del reparto di ostetricia, tutto sarebbe accaduto in modo meno tragico. Ci sono situazioni in cui bisogna intervenire in molto fretta, situazioni in cui la velocità di intervento può salvare la vita di una madre e di un figlio. Non sappiamo se ci sono responsabilità ma una cosa è certa se a Cava avessero potuto effettuare il ricovero la giovane madre non avrebbe vissuto anche il trauma delle corse tra ospedali e cliniche».
Domande inquietanti se si pensa che resteranno senza risposta. Tantissimi i messaggi di cordoglio e di solidarietà per la mamma cavese. Tante mamme pur non conoscendola hanno voluto esprimerle la sua vicinanza. Tanto da arrivare al Sindaco Vincenzo Servalli di spegnere le luci e sospendere tutti i festeggiamenti natalizi in segno di lutto.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Gennaio 2016, 13:42
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