Referendum, l'endorsement di Berlino per Renzi. “La riforma è di tutti”

Referendum, l'endorsement di Berlino per Renzi. “La riforma è di tutti”

di Alessandra Severini
In Europa si sono pizzicati spesso, eppure il falco tedesco del rigore, il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, fa il tifo per la vittoria di Matteo Renzi al referendum costituzionale. Lo rivela lui stesso, con un appoggio che le opposizioni bollano subito come «dei poteri forti» e che forse Matteo Renzi si sarebbe risparmiato. «I voti che contano sono quelli degli italiani» dice il premier preparandosi ad affrontare a testa bassa gli ultimi giorni di campagna elettorale.

Ospite a Messaggero Tv, il presidente del Consiglio ribadisce che «si vota sul quesito e non sullo spread» invitando anche i suoi a non agitare lo spauracchio della crisi dei mercati e dei governi tecnici in caso di vittoria del No. Meglio sottolineare i risparmi e gli effetti anti-Casta della riforma per convincere gli indecisi, che sarebbero ancora più del 20 per cento. Per questo l’appoggio di Schaeuble, ferreo sostenitore dell’austerity, non fa sorridere il premier. Il M5S coglie l’occasione per attaccare: «Schaeuble - sostiene Beppe Grillo sul blog - è il simbolo di un passato nel quale le democrazie erano schiacciate da poteri e interessi di varia natura, il 4 dicembre gli italiani avranno la grande occasione per ribellarsi a questa miope tecnocrazia».

Accuse che il premier prova a smentire ad una ad una nella diretta social serale, contro quelle che definisce «le bufale» del fronte del No. «Un livello di bufale impressionante – dice – Da ultima quella di mia moglie che vota No». Mostrando il fac-simile della scheda elettorale per il nuovo Senato, Renzi ha assicurato che i senatori saranno eletti dai cittadini. Parallelamente il governo italiano combatte a Bruxelles per ottenere maggiore flessibilità e stimolare la crescita. Un’impostazione a cui si oppone il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, inflessibile difensore del rigore e del rispetto degli impegni di bilancio: «Non siamo ancora abbastanza stabili per lasciarci andare a questo tipo di traiettoria fiscale espansiva».

Una posizione rigida che contrasta anche con le raccomandazioni della Commissione europea. «Dijsselbloem non ha consapevolezza di casa accade in Italia», ha tuonato il premier. Ancora più duro il ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda : «Sta prendendo una gigantesca cantonata, cosa che fa abbastanza regolarmente».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Novembre 2016, 08:19
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