Ravenna, Cagnoni si è disfatto dei beni durante la separazione: ecco perché

Cagnoni si è disfatto dei beni durante la separazione: ecco perché
Spunta un nuovo retroscena sulla storia di Matteo Cagnoni, il 51enne dermatologo ravennate in carcere da 13 giorni a Firenze con l'accusa di avere ucciso a bastonate in testa la mattina del 16 settembre scorso sua moglie, la 39enne Giulia Ballestri, in una loro villetta disabitata a Ravenna. 

Nel corso della separazione dalla moglie, si sarebbe disfatto dei suoi beni, tra cui un immobile e fondi per un milione e 200 mila euro, cedendoli a familiari stretti in cambio di corrispettivi non congrui o tramite donazioni. Come riportato da alcuni quotidiani, gli inquirenti hanno già ascoltato il notaio ravennate che aveva perfezionato le cessioni in questione. Ieri intanto all'indagato è stata notificata l'ordinanza con la quale il Gip ravennate Piervittorio Farinella, così come aveva fatto il collega di Firenze (città nella quale era stato fermato il 51enne due giorni dopo il delitto) ne ha disposto il carcere non ritenendo credibili le sue giustificazioni difensive nelle quali aveva respinto ogni addebito.

Oltre all'omicidio e all'occultamento di cadavere (il corpo della donna era stata trovato nella legnaia), il giudice ha ravvisato anche la possibilità di contestare all'indagato la violenza sessuale in quanto la 39enne era stata lasciata seminuda e il suo nuovo compagno aveva raccontato alla polizia di sue confidenze circa rapporti sessuali pretesi dal marito. Secondo il Gip, a spingere Cagnoni potrebbe essere stata, come riferito da vari testimoni, «l'ossessione per lo sputtanamento» negli ambienti «altolocati» ravennati che poteva arrivare da quella situazione di parziale adulterio.
Ultimo aggiornamento: Sabato 1 Ottobre 2016, 09:56
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