Profughi senza scarpe ma con lo smartphone: "A loro piacciono i vestiti firmati"
di Raffaella Ianuale
La storia dei lucchetti che il giorno prima li aveva fatti scendere in strada per una breve manifestazione sembra archiviata. «Purtroppo vengono in Italia avendo come modello i sistemi di accoglienza del Nord Europa - spiega Lorenzo Chinellato, presidente della cooperativa Sar.ha - quando sono arrivati li abbiamo vestiti, abiti standard. A loro piacciono i vestiti di marca, Armani e Boss, ci hanno chiesto le scarpe Pirellli. Questi sono i loro modelli. Quando sono giunti da noi non avevano abiti, ma avevano tutti lo smartphone».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Ottobre 2016, 10:19
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