Massacrò i genitori, Pietro Maso scrive al Papa
per chiedere perdono. E lui lo chiama -Foto
di Lorena Loiacono
Lo stesso Pietro Maso che, quando aveva appena 20 anni, scosse l'Italia intera con uno dei delitti famigliari più atroci di sempre. Massacrò fino alla morte i suoi genitori, solo per intascarne l'eredità. E oggi a 45 anni, dopo 22 anni di carcere, assicura di essere un uomo diverso e racconta in un'intervista al settimanale Chi di aver ricevuto la telefonata di Papa Francesco. Tutto è iniziato da una lettera di scuse per quanto accaduto 25 anni fa: la missiva è stata consegnata al Pontefice dalle mani del padre spirituale di Pietro, monsignor Guido Todeschini. E, da lì a pochi giorni, è arrivata la telefonata di Bergoglio: «Sono Francesco, Papa Francesco».
Oggi Maso dice di essere un altro uomo: «prima ero il male, ora prego. Voglio dedicare la mia vita agli altri». Proprio lui che, nel 1991, uccise i genitori a colpi di pentole da cucina per poi finirli. Soffocandoli poi con un sacchetto di plastica o direttamente con il piede premuto sulla gola. Era il 17 aprile del 1991 e con Pietro, quella notte, c'erano tre complici: suoi amici poco più che 18enni. Vita mondana, lavori che vanno e vengono e tanti debiti. Fino al collo. Durante il processo emerse infatti che i ragazzi, tra cui uno fortemente indebitato, uccisero per soldi. Maso pensava di farla franca, inscenando un omicidio in casa in sua assenza, per mettere mano all'eredità quanto prima.
Ma oggi la storia si ribalta. «Non ho ucciso per soldi, perché i soldi li avrei avuti lo stesso. Io sono stato tanto malato da piccolo e i miei mi dicevano: “Non andare a lavorare perché sei malato”. “Pensiamo a tutto noi”. Allora stai in casa e soffri. Ecco forse questo disagio potrebbe essere la risposta a ciò che ho fatto». E tra le righe della confessione mediatica, Maso conferma anche di aver tentato più volte di uccidere i genitori. Prima di riuscirci veramente.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Gennaio 2016, 12:11
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