Paolo Sorrentino gira le scene del nuovo film nella zona rossa di Amatrice, scatta la polemica e i terremotati si dividono

Paolo Sorrentino gira le scene del nuovo film nella zona rossa di Amatrice, scatta la polemica e i terremotati si dividono
Paolo Sorrentino si appresta a girare, tra il 5 e il 7 luglio, una parte delle scene del suo film 'Loro', con Toni Servillo nei panni di Silvio Berlusconi, nella zona rossa di Amatrice. E nella cittadina distrutta dal terremoto del 24 agosto scorso non mancano le polemiche, con la popolazione divisa tra chi spera possa far vivere il dramma anche all'estero e chi invece è rimasto indignato per la decisione dell'amministrazione comunale di concedere la chiesa di San Francesco come set per le riprese.





Lo riporta La Repubblica, che spiega come il sindaco, Sergio Pirozzi, abbia anche motivato l'autorizzazione a far girare il regista premio Oscar ad Amatrice: «Ho autorizzato le scene con gli attori solo all'interno della chiesa di San Francesco, se vorranno utilizzare anche le macerie nelle riprese dovranno chiedere una liberatoria ai proprietari dei singoli edifici».





Il produttore della Indigo, Nicola Giuliano, ha invece affermato, dopo aver ricevuto una lettera di proteste di un cittadino amatriciano: «Non vogliamo ferire nessuno, non siamo lì per fare sciacallaggio o teatrini, è una ferita per tutta l'Italia e un artista come Paolo Sorrentino la tratterà col dovuto rispetto. Quando Rossellini girò 'Germania Anno Zero' sulle macerie di Berlino, nessuno si sognò di dire che fosse sciacallaggio».





Intanto, ad Amatrice si sono svolti anche i primi provini per i cittadini che vogliono far parte delle circa 70 comparse che saranno presenti nella scena all'interno di ciò che rimane dell'edificio religioso. «La chiesa di San Francesco è un luogo simbolico, non la si è messa in sicurezza ed è stata lasciata crollare lentamente» - spiega Pirozzi - «Spero che le scene di Sorrentino possano essere una testimonianza di cosa c'era ieri e cosa, spero, tornerà ad esserci domani».





Non tutti, però, hanno accolto con entusiasmo la decisione del sindaco. Francesca Mileto, coordinatrice del comitato Terremoto Centro Italia, ad esempio è rimasta perplessa anche dopo un incontro privato con il primo cittadino: «Ognuno ha la sua etica e la sua sensibilità, non giudico chi vorrà partecipare alle riprese ma non sono mai rientrata nella zona rossa e non credo che una diaria da 200 euro possa essere sufficiente a ripagare quell'esperienza. In questo territorio ogni pietra è una storia tragica, di foto delle macerie ce ne sono a bizzeffe sul web, o possono essere ricostruite graficamente in studio. Perché vietare i selfie davanti alle macerie e poi autorizzare riprese cinematografiche?».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Giugno 2017, 12:28
© RIPRODUZIONE RISERVATA