La squadra mobile di Livorno lo ha cercato per tutta la notte, ma l'impressione è che il padre abbia lasciato la città insieme al bambino a bordo della sua auto anche se non è chiaro se abbia potuto contare sull'appoggio di qualcuno che abbia dato loro ospitalità dato che gli investigatori tendono a escludere che possano avere dormito in qualche struttura ricettiva. L'uomo da tempo lamentava la sua condizione e aveva già messo in pratica una serie di iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica: lettere ai giornali, lunghi e amari post sulla sua pagina Facebook e, l'ultima in ordine di tempo, un volantinaggio sul litorale livornese solo pochi giorni fa.
Il rapimento del bambino potrebbe essere la conclusione di una serie di gesti eclatanti che l'uomo, un livornese di 39 anni, ha compiuto negli ultimi anni. L'ultimo risale ad appena tre giorni fa quando il padre aveva organizzato un volantiaggio non autorizzato all'interno di uno stabilimento balneare cittadino.
Nei confronti dell'uomo c'era un provvedimento che lo costringeva a vedere il figlio solo in presenza degli assistenti sociali.
Lui stesso, in una lettera, scriveva che "sono bastate le false accuse della moglie e madre, numerose e gravi seppur tutte basate esclusivamente su dichiarazione di parte, senza evidenze, senza riscontri, riguardo mie presunte condotte maltrattanti, pericolosità, squilibrio mentale e quant’altro perché si mettesse in moto la macchina delle istituzioni".
Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Agosto 2015, 18:02
© RIPRODUZIONE RISERVATA