Allevatore pestato a sangue e lasciato morire
dietro casa: si segue la pista della vendetta -Foto

Allevatore pestato a sangue e lasciato morire dietro casa: si segue la pista della vendetta
ORISTANO - Un uomo è stato pestato a sangue e poi lasciato morire in solitudine dietro la casa dove abitava. A sciogliere l'ultimo dubbio sul giallo della morte di Giovanni Casula, il pensionato di 69 anni di Paulilatino, piccolo centro in provincia di Oristano, rinvenuto cadavere stamattina dalla sorella Angela nella casa in cui abitava da solo, è stato poco prima delle 17 il medico legale Roberto Demontis. Sul volto e sul capo della vittima il medico ha rilevato i segni di un numero imprecisato di colpi che potrebbero forse essere stati inferti con un bastone. La caccia ai possibili autori del delitto da parte dei Carabinieri del Reparto Operativo del Comando provinciale di Oristano e della Compagnia di Ghilarza, comunque, era già partita dalla mattina quando ancora restava qualche perplessità sulla natura della morte e ancora in particolare non si escludeva, almeno ufficialmente, la possibilità di un incidente domestico o di un malore.









VENDETTA La pista privilegiata potrebbe essere quella di una vendetta legata al passato non proprio irreprensibile della vittima, che ha diversi precedenti penali. «Aveva il vizio di rubare», hanno spiegato in paese aggiungendo - ed il particolare non è trascurabile - che il vizio era aggravato dal fatto che rubava in paese e portava fuori. Normale che con questi precedenti qualche nemico se lo fosse fatto. Meno attendibile, invece, la pista della rapina finita male. In casa sembrerebbe non mancare nulla e oltretutto non ci sarebbe stato granchè da rubare anche perchè la pensione, più o meno 600 euro, l'avrebbe ritirata soltanto la prossima settimana. A scoprire il cadavere di Casula verso le 9 era stata la sorella Angela, che stamattina è andato a cercarlo e ha trovato la porta aperta. Quando si è affacciata ha visto subito il corpo del fratello disteso per terra in una grossa pozza di sangue che partiva proprio dal capo. Non si è neanche resa conto che fosse morto e ha subito chiamato il 118, poi è corsa in strada e ha chiesto aiuto a una donna che passava. «L'ho accompagnata a casa e ho spinto la porta, quando l'ho visto per terra sopra il suo sangue ho avuto paura e ho richiuso subito la porta», ha raccontato la donna, che a sua volta, cinque anni fa, aveva avuto il fratello ammazzato per futili motivi in un viottolo di campagna. Sulla scena del delitto sono intervenuto gli specialisti del Ris, che hanno dedicato particolare attenzione alla porta d'ingresso sulla quale sono stati rilevati segni di colpi e forse anche di forzatura.
Ultimo aggiornamento: Sabato 1 Novembre 2014, 08:39
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