Sarah Scazzi, Sabrina potrebbe essere
scarcerata: ecco perché. Il legale nega

Sarah Scazzi, Sabrina potrebbe essere scarcerata: ecco perché. Il legale nega
Il suo legale nega, ma non è del tutto da escludere una possibile scarcerazione per Sabrina Misseri, accusata di aver ucciso la cugina minore Sarah Scazzi.
«Il 15 ottobre prossimo scadrà il termine di sei anni dall'arresto della mia assistita, ma non c'è alcun automatismo in merito alla scarcerazione. È tutto molto opinabile». Lo dice all'ANSA l'avvocato Nicola Marseglia, che insieme all'avv. Franco Coppi difende Sabrina, condannata in primo e secondo grado all'ergastolo - al pari di sua madre Cosima Serrano - per l'omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa e gettata in un pozzo il 26 agosto del 2010. 

Il ritardo nel deposito delle motivazioni della sentenza di secondo grado - tredici mesi dopo il verdetto - del processo per l'omicidio di Sarah Scazzi potrebbe comportare, secondo alcune interpretazioni, la scarcerazione per decorrenza del termine massimo di custodia cautelare preventiva di Sabrina Misseri, cugina della vittima, condannata all'ergastolo al pari di sua madre Cosima Serrano.

Il termine, in assenza di sentenza definitiva, dovrebbe scadere il 15 ottobre prossimo, sei anni dopo l'arresto dell'imputata, che potrebbe attendere a piede libero l'ultimo atto del processo in Cassazione. Ma saranno i giudici d'appello a decidere in quanto c'è la possibilità che ai sei anni già trascorsi debba essere aggiunto il periodo di oltre un anno per via dell'interruzione dei termini di custodia cautelare disposta sia in occasione della sentenza di primo grado (anche in quel caso la sentenza fu depositata dopo 12 mesi) che nel processo d'appello. «Nel corso dei processi di primo e secondo grado - spiega l'avvocato Marseglia - sono intervenute delle ordinanze di sospensione dei termini di custodia cautelare preventiva fino al dicembre 2017. L'idea che siano comunque maturati prima della chiusura definitiva del procedimento i termini di 6 anni, come previsto dall'articolo 303 del codice di procedura penale, apre uno scenario controverso».

Da un lato, fa rilevare il legale di Sabrina Misseri, «si tende a ritenere, in mancanza di una sentenza definitiva, il termine di sei anni assoluto e non suscettibile di proroghe. Dall'altro la stessa legge abilita il giudice a sospendere i termini di custodia per la complessità del dibattimento. Questo potrebbe aprire la strada a futuri contrasti sull'interpretazione della norma, ma è un discorso che affronteremo quando sarà il momento».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Agosto 2016, 14:13
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