Delitto di Pordenone, Rosaria alle amiche:
"Mi sento in colpa, l'omicidio per colpa mia"

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PORDENONE - «Rosaria aveva confidato ad alcune amiche di sentirsi in colpa e di essere stata lei la causa del duplice omicidio». Lo ha riferito il Procuratore della repubblica di Pordenone, Marco Martani, ricostruendo la posizione della fidanzata di Giosué Ruotolo nella vicenda del duplice omicidio del palasport, e posta ieri sera ai domiciliari.

«Rosaria - ha proseguito il magistrato - temeva di essere stata ricollegata al delitto per essere entrata nel profilo Facebook anonimo. Un dettaglio quest'ultimo che le amiche ci hanno riferito e che non potevano aver appreso dalla stampa, e che quindi può essere frutto solo del fatto di averla ascoltata dall'interessata. Circa i messaggi inviati dal profilo, una ventina in tutto, sono stati inviati tutte le volte che Ruotolo era in servizio e aveva accesso ai pc della caserma da cui sono partite le missive vessatorie. Tre amiche hanno anche riferito che la Patrone, in un'occasione accompagnata dalla mamma, consegnando dei "pizzini" in cui si sollecitava le amiche a restare in silenzio, le invitava a non far trapelare nulla del profilo Facebook, parlando con loro soltanto all'aperto e coi telefonini spenti - ha concluso - per paura di essere controllata dai Carabinieri».

Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Marzo 2016, 13:57
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