Neonata venduta per 20mila euro e poi rifiutata perché mulatta -Foto
di Bianca Francavilla
Tutto è iniziato dalla segnalazione agli agenti da parte degli uffici di stato civile di Latina che avevano notato alcune anomalie nella richiesta di registrazione della nuova nata, avvenuta all'ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno a metà di febbraio. Subito è iniziata un'attività di ricerca della piccola che ha portato al surreale esito della vicenda. La madre naturale, infatti, dopo averla messa al mondo l'aveva lasciata per tre giorni all'ospedale, decidendo di non riconoscerla. Una pratica prevista dalla legge che avrebbe attivato le procedure finalizzate all'adozione.
Tre giorni dopo, però, si sarebbe presentata al nosocomio con il marocchino mediatore, chiedendo di riconoscere la bambina. I sanitari avrebbero captato qualcosa di strano e consigliato alla donna di aspettare per far riconoscere all'uomo che era con sé la neonata e lei avrebbe accettato. Una volta fuori dall'ospedale sarebbe avvenuta la consegna della bambina alla 35enne di Latina che ha già un figlio. Da sottolineare il fatto che la piccola è di carnagione mulatta e che la finta madre ed il marito, in carcere per motivi di droga ma che gode della possibilità di permessi premio, entrambi italiani. Tre giorni dopo il giorno dello scambio la donna avrebbe cambiato idea e deciso di restituire la bambina alla partoriente che a sua volta l'avrebbe consegnata al vero padre: un cittadino del Mali richiedente asilo residente in un'abitazione di fortuna a Tor Vergata insieme ad altri quattro uomini della stessa nazionalità.
La Polizia, con complesse attività di indagine, è riuscita a rintracciare i tre responsabili della vicenda tra Latina e Anzio e la bambina, fortunamente sana e salva. Da quanto hanno spiegato gli agenti durante la conferenza stampa che si è tenuta questa mattina presso la sala riunioni della Questura di Latina, hanno temuto che potesse esserle successo qualcosa di grave per la sua salute o che fosse stata nuovamente venduta.
Attualmente la piccola si trova in una casa famiglia e, probabilmente, verranno attivate per lei le procedure per l'adozione. Non è chiaro se il parto sia avvenuto su commissione o se la partoriente era già incinta al momento dell'accordo. Comunque, i tre soggetti sono responsabili a vario titolo di alterazione di stato civile del neonato, sono stati arrestati ed ora si trovano agli arresti domiciliari. Negli interrogatori avuti con gli agenti che hanno scoperto quanto accaduti si sono mostrati collaborativi: la donna italiana ha giustificato quanto commesso con un desiderio di maternità e la partoriente è stata condotta in una località protetta perché ha collaborato ai fini dell'indagine.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Aprile 2017, 19:54
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