Modena, ragazzo denuncia: "Ingresso separato in discoteca perché sono nero"

Modena, ragazzo denuncia: "Ingresso separato in discoteca perché sono nero"
«Non augurerei a nessuno di vivere un'esperienza del genere e vi assicuro che il dolore e l'umiliazione che si prova sono emozioni che non si possono descrivere. Questa volta non potevo proprio far finta di niente. Ogni vostra parola e gesto di sostegno è oro. Grazie davvero di cuore a tutti». Si conclude così il nuovo post su Facebook di Abi Zar, ragazzo italiano di colore, che ieri aveva denunciato di aver subito una sorta di «apartheid» nella discoteca modenese dove si era recato con alcuni amici. L'episdio risale a venerdì: a quanto da lui stesso raccontato, Abi Zar si sarebbe visto chiedere da un buttafuori di entrare nel locale da un ingresso diverso da quello riservato ai suoi tre amici bianchi perché «questa è la regola».

Nel post di oggi, il giovane italiano si rivolge agli organizzatori della serata, che, spiega, «oltre a negare, ovviamente, il fatto non rispondono alla mia domanda», cioè «perché io ero l'unico tra i miei amici che doveva fare la fila nell'altro ingresso».

«Voglio precisare - aggiunge il giovane - che io ed i miei amici eravamo tutti nella stessa condizione. Avevamo tutti la stessa modalità d'entrata ma la cosa grave è che non mi era stato chiesto niente prima. Non mi è stato chiesto se volevo entrare in lista, in tavolo o in un altro modo. Per assurdo tutto ciò è accaduto addirittura prima che mi venisse chiesto la carta d'identità. Dunque le uniche circostanze che avrebbero potuto giustificare un trattamento diverso sono da escludere. Ho 4 amici che hanno assistito. Tutti eravamo senza parole e come immaginavo altre persone hanno subito il mio stesso trattamento quindi la cosa andrà avanti e prenderà forza».

Abi Zar racconta di essere laureato in giurisprudenza: «Sto facendo un master in diritto internazionale a Londra ed ho da sempre la voglia e speranza di migliorare le cose combattendo anche e soprattutto le discriminazioni», scrive. «Sono molto deluso, triste, e mi sento ripudiato dal paese che dovrebbe rappresentare casa mia ma che raramente lo è stato e ormai non lo è piú.
Al di lá delle opportunitá lavorative, se me ne sono andato é stato anche per via di questi episodi sempre piú frequenti, e in questo momento non credo di essere mai stato cosí felice di abitare a Londra».

Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Gennaio 2017, 09:29
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