Mirco ha ucciso la trans "perché lo ricattava".
Il racconto dell'orrore e quelle telefonate choc

"La trans lo ricattava". Il racconto dell'orrore e le telefonate choc
Mirco Alessi, il 42enne arrestato ieri per il duplice omicidio del transessuale brasiliano Gilberto Manoel Da Silva e della 27enne dominicana Mariela Josefina Santos Cruz, si sarebbe recato nell'appartamento di via Fiume, a due passi dalla stazione fiorentina di Santa Maria Novella, con la precisa intenzione di uccidere. Avrebbe voluto finirla una volta per tutte con Kymberli - questo il nome con cui era conosciuto il transessuale - con il quale Alessi avrebbe avuto una vera e propria relazione, segnata però dalla continua richiesta di denaro nei suoi confronti.
 
 

In sostanza sarebbe stato il ricatto, magari con la minaccia di rivelare la loro relazione, all'origine del «macello», come lo stesso Alessi lo ha definito, dicendosi tuttavia «senza rimpianti» per aver ucciso a coltellate due persone. Alessi, dopo una precipitosa fuga all'alba di ieri dall'appartamento del «macello» dal quale un'altra ragazza dominicana si è salvata gettandosi dalla finestra del primo piano, ha telefonato ai carabinieri chiedendo se fossero contenti per le «due sorprese» lasciate in via Fiume. «Cosa devo fare per farmi prendere?», ha poi aggiunto, quasi come fosse una sfida, poco dopo aver confessato ad una passante chi era e cosa aveva fatto. Una confessione fatta ad una estranea perchè le era «simpatica».

Ma di telefonate, nella fuga dopo essersi cambiato gli abiti completamente insanguinati e durante la quale ha prelevato denaro al bancomat e ha sistemato sulla sua auto una targa rubata, Alessi ne ha fatte diverse. Ieri mattina verso le 6 ha chiamato il padre: «Babbo ho fatto un macello. Ho ammazzato tre prostitute», ha detto prima di riattaccare e rendere il suo telefono non più raggiungibile dal genitore che ha subito avvisato i carabinieri. E più o meno alla stessa ora ha chiamato un amico dicendo di aver «ammazzato tre transessuali», rassicurandolo poi sul fatto di essere «pieno di sangue», ma di «sentirsi bene» e di essere «tranquillissimo».

Lo stesso amico aveva ricevuto verso le tre un sms che lo invitava a vedere su facebook «uno che sbotta»: forse l'annuncio, criptico, di cosa aveva intenzione di fare. Il film dell'orrore di quanto è successo nell'appartamento del trans e delle sue amiche è tutto nella testimonianza della giovane dominicana unica superstite del «macello». Lei dormiva in una stanza con l'amica Mariela quando hanno sentito rumori provenire dalla cucina e dalla stanza di Kymberli. Poi dei colpi forti alla porta e una voce che chiedeva a Mariela di uscire perchè «lei ha bisogno».

La giovane ha tentato di trattenere Mariela che però, pensando che Kymberli, quasi sicuramente in quel momento già morta, avesse davvero bisogno di lei, ha aperto la porta.
Le due dominicane si sono trovate di fronte ad un uomo che impugnava un coltello con il quale ha ferito Mariela, continuando poi a colpirla anche quando era a terra. È stato a quel punto che la giovane dominicana è fuggita dalla finestra chiedendo aiuto. Quando le forze dell'ordine sono arrivate e si sono dirette verso l'appartamento lei li ha seguiti ed ha visto ne cortile del palazzo Mariela che aveva tentato anche lei di fuggire: «Sto morendo», le avrebbe detto aggiungendo che l'uomo armato era il fidanzato di Kymberli. 

Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Giugno 2016, 21:01
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