Michele Scarponi, il campione umile ucciso in bici mentre si allena

Michele Scarponi, il campione umile ucciso in bici mentre si allena

di Riccardo Menegatti
Nella Marca e nella città del Cima Michele Scarponi aveva trovato l'amore e spiccato il volo per approdare al professionismo. Prima un triennio da Dilettante sino al 2000 alla Zalf-Fior di Castelfranco e poi nel 2001 alla Site-Frezza formazione di Tezze di Vazzola. Quindi nel 2002 il passaggio nel Gotha tra le fila dell'Acqua&Sapone di Cipollini. Da gregario a campione, una scalata cominciata qui. Con umiltà e forza. L' aquila di Filottrano, cittadina marchigiana tra Jesi e Ancona dove Scarponi risiedeva, non volerà più. «Non ci sono parole, ma questo è purtroppo il destino della vita e ad aggravare il mio dolore è che se ne sia andato tragicamente il papà di due splendidi gemellini di cinque anni e una persona a cui non si poteva non volere bene, per la sua squisita umanità», dice con la voce rotta dal pianto Nazzarena Milanese, madre di Anna Tommasi, la moglie di Michele Scarponi.



Anna e Michele si erano conosciuti proprio a Conegliano nella casa di Nazzarena, dove era spesso ospite di Federico, il fratello, compagno di squadra nella Site. «Anna mi ha subito telefonato per darmi la triste notizia e credo di essere stata la prima ad esserne informata» afferma Nazzarena. «La scintilla tra Michele e Anna è scattata proprio a casa mia - sottolinea - e si sono sposati mettendo su casa nel paese di lui, dove Anna, dopo il diploma allo scientifico Marconi di Conegliano e la laurea a Padova, lavora come farmacista».
 
 
 

Ultimo aggiornamento: Domenica 23 Aprile 2017, 09:38
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