Loris, gli psichiatri: "La mamma non è
necessariamente malata mentale"

Gli psichiatri: "Mancano segni di malattia mentale"
Secondo alcuni psichiatri, se anche fosse comprovato che a uccidere il piccolo Loris sia stata la mamma, Veronica Panarello, non ci sarebbero segni evidenti di una malattia mentale nella donna.





«Nell'ipotesi in cui sia stata la mamma a uccidere il bambino, non necessariamente si tratterebbe di un caso di malattia mentale - afferma Emilio Sacchetti, presidente della Società Italiana di Psichiatria -. L'equazione 'efferatezza uguale psichiatria' non esiste, se c'è una malattia mentale si devono vedere dei segni importanti, non ci si ammala da un giorno all'altro». Insomma, sottolinea l'esperto, «prima di tirare in causa la psichiatria bisogna trovare elementi concreti, e da quello che sta emergendo finora non se ne vedono: potremmo semplicemente essere nel campo delinquenziale, e non sarebbe la prima volta». Secondo Sacchetti, infatti, gli elementi del passato della mamma del bimbo che sono emersi, come la possibile 'infanzia infelicè, non sono sufficienti: «Per il momento - rileva - non mi sembra ci siano i segni di una malattia mentale».



Tuttavia, è anche vero che spesso «le famiglie sottovalutano i comportamenti sospetti» perchè «il disagio psichico è vissuto come una terribile vergogna», osserva la psicologa Paola Vinciguerra, presidente dell'Associazione Europea Disturbi da attacchi di Panico (Eurodap). Se la malattia mentale non è al momento accertata, prosegue, «nella vita della mamma di Loris ci sono però stati momenti difficili che hanno evidenziato i disagi della donna. Se la sua responsabilità venisse confermata, come è possibile che nessuno abbia notato dei suoi comportamenti strani? Ciò è possibile - afferma - proprio perchè tutto ciò che è disagio psicologico o psichico viene negato perchè non viene considerato una malattia».



E tre, avverte la psicologa, sono gli «indicatori di pericolo» ed i comportamenti che «non vanno sottovalutati»: «Primo indicatore di pericolo sono gli sbalzi di umore, anche rispetto ai figli. Secondo indicatore è l'essere mitomani e terzo è il vittimismo legato a sensazioni persecutorie. Dinanzi a tali segnali d'allarme - conclude Vinciguerra - bisogna farsi aiutare da un medico e andare a fondo».
Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Dicembre 2014, 20:04
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