Loris, Veronica in aula: "Lo ha ucciso mio suocero, eravamo amanti"

Loris, Veronica in aula: "Lo ha ucciso mio suocero, eravamo amanti"
Sono dure le parole del marito di Veronica Panarello, Davide Stival che negli scorsi giorni è tornato a incontrare la donna  in carcere ma che ha deciso di non presenziare all'udienza del processo davanti al Gup di Ragusa, col rito abbreviato, in cui la donna è accusata di avere ucciso il figlio Loris di 8 anni. 

«Oggi è la sua ultima occasione: dica veramente quello che è accaduto, per portare elementi concreti. Fino ad adesso non le credo». A ricostruire le sensazioni del papà del piccolo è il suo legale, l'avvocato Daniele Scrofani, ribadendo che il suo assistito «non crede al coinvolgimento del padre», Andrea Stival, che Veronica accusa di essere l'assassino e di avere agito perché Loris minacciava di rivelare al padre la loro relazione. «Ad oggi - chiosa il penalista - non ci sono elementi concreti e la Procura ha fatto tutti gli accertamenti possibili». 

IL LEGALE DELLA PANARELLO «Agguerrita, ma serena. Ma soprattutto sicura di sé. E ribadirà la sua verità: è stato uso suocero Andrea Stival a uccidere Loris, che voleva svelare lo loro relazione»: così, secondo il suo legale, l'avvocato Francesco Villardita, sarà Veronica Panarello nell'udienza del processo abbreviato in cui è imputata per omicidio premeditato e occultamente di cadavere, che si terrà stamattina davanti al Gup di Ragusa, Andrea Reale. La donna farà spontanee dichiarazioni in aula, ma secondo il penalista «non ci saranno cambiamenti di rotta, né colpi di scena». «Veronica Panarello sta bene - aggiunge l'avvocato Villardita - anche perché si è liberata di un grande peso che per paura aveva tenuto nascosto da tempo». 

LA VERITA' DI VERONICA Ha ribadito la sua verità Veronica Panarello nella prima parte delle spontanee dichiarazioni rese davanti al Gup di Ragusa, Andrea Reale, accusando il suocero Andrea Stival di avere ucciso Loris, che «aveva visto qualcosa che non doveva vedere», tra il nonno e la mamma. In un'ora di deposizione la donna ha ribadito la sua ultima ricostruzione del delitto: il suocero era in casa con lei, lei su ordine dell'uomo gli avrebbe legato le mani con delle fascette. Poi lei sarebbe uscita dalla stanza per rispondere a una telefonata. Al ritorno avrebbe trovato il figlio morto, strangolato dal suocero con un cavo usb grigio. Poi il corpo avvolto in un plaid è stato sceso in auto e portato nel canalone di contrada Mulino Vecchio. Le indagini della polizia di Stato, squadra mobile della Questura e carabinieri non collocano Andrea Stival nella casa di Veronica Paanarello.

E su questo punto della sua ricostruzione la donna ha provato a dare consistenza alla sua verità sottolineando che «il fatto che non riesca a dimostrare che mio suocero fosse in casa con me al momento del delitto non significa che non ci fosse...». Dopo un'ora di dichiarazioni l'imputata è apparsa stanca. Il Gup ha concesso una pausa di un quarto d'ora. L'udienza è ripresa da poco, sempre con la versione di Veronica. 

«Sono pronta ad essere punita ma per quello che ho fatto e non per quello che non ho commesso. Se ci sono mie responsabilità pagherò, ma con me deve farlo anche l'esecutore materiale del delitto: mio suocero». Lo ha detto Veronica Panarello nell'udienza del processo che si celebra davanti al gup di Ragusa.

Il procedimento si svolge a porte chiuse e a rivelare l'affermazione dell'imputata è stato il suo legale, l'avvocato Francesco Villardita. «Non voglio esimermi dalle mie responsabilità - ha detto Veronica Panarello secondo quanto riferito dal penalista - e voglio essere punita, ma voglio essere punita per quello che ho commesso e non per quello che non ho fatto. Non posso dire assolutamente, neanche sotto costrizione, di essere stata io a uccidere mio figlio. Se ci sono responsabilità mie pagherò, ma con me - ha aggiunto l'imputata - deve pagare anche l'esecutore materiale del delitto che è mio suocero». L'udienza del processo è stata aggiornata al prossimo 3 ottobre con l'intervento in aula dell'accusa.

IL NONNO DI LORIS  «Troppo fango si è mosso. Voglio pace, rispetto e giustizia per la famiglia e per il bambino»: così Andrea Stival, nonno di Loris, commenta alla fine dell'udienza del processo alla nuora Veronica Panarello, che lo ha accusato di aver ucciso il nipote. Il suo legale, l'avvocato Francesco Piazzo, si è detto «assolutamente sbalordito per le dichiarazioni di Veronica Panarello». «Ha sostenuto in aula - ha aggiunto il penalista - una posizioni indifendibile perché il processo ha accertato le sue responsabilità. Le sue sono calunnie che le contesteremo nelle sedi opportune».
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 26 Settembre 2016, 16:48
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