Lampedusa, la sconfitta del sindaco dell'accoglienza: "Tornerete indietro"

Lampedusa, crolla il sindaco dell'accoglienza: "Tornerete indietro"
«Abbiamo creduto che fosse necessario andare avanti e invece si è deciso di tornare indietro. È possibile che non siamo stati capaci di far comprendere ai nostri concittadini tutto questo?». Giusi Nicolini non nasconde la sua delusione per la cocente sconfitta subita a Lampedusa, dove è arrivata solo terza dopo il vincitore, Salvatore Martello, che sarà il nuovo sindaco delle Pelagie, e Filippo Mannino. «È molto più probabile che la legalità, la sostenibilità ambientale, il forte cambiamento impresso nell'azione amministrativa, abbiano ottenuto il risultato di compattare interessi che vogliono ostacolare il futuro diverso che stavamo costruendo. Lo vedremo, lo vedranno», dice Giusi Nicolini all'Adnkronos.



«Insieme a quel pezzo di Lampedusa e di Linosa che ci ha onorato del privilegio di rappresentarle 5 anni fa e che fino a ieri ci ha confermato il desiderio di riscatto, andremo avanti sulle tracce indelebili che siamo riusciti a segnare nella storia di queste isole», aggiunge Nicolini, a capo della lista 'Per le Pelagie, per non tornare indietrò. La sindaca, che la prossima settimana andrà a Parigi a ritirare il Premio Unesco per la pace, snocciola poi i risultati ottenuti dalla sua amministrazione: «Insieme a una squadra di persone straordinarie, abbiamo fatto cose importanti per il presente e futuro delle isole Pelagie - dice - Abbiamo ristrutturato a nuovo tutte le scuole di Linosa, dotato le due isole di dissalatori, realizzato il depuratore in via di completamento, raddoppiato il collegamento marittimo, istituito due nuovi ordini di scuola secondaria superiore, potenziato i collegamenti aerei, avviato la realizzazione del nuovo polo scolastico di Lampedusa, realizzato interventi sulla viabilità, completato e aperto il Museo archeologico, realizzato una biblioteca per ragazzi, realizzato interventi sulla portualità e progettato (e trovate le risorse finanziarie) per il cimitero, per il teatro all'aperto nelle vecchie cave di pietra e per tante, tantissime altre opere e attività che sono pronte per partire». 

«Abbiamo investito in politiche sociali, ottenuto uno speciale bonus mamma per le partorienti, conquistato il biglietto aereo gratuito per i malati, abbiamo trasformato Lampedusa in comunità aperta e ospitato una miriade di eventi culturali (teatro, musica, cinema, convegni)», dice ancora Giusi Nicolini. Che aggiunge: «Abbiamo avviato la raccolta differenziata e tante azioni di sostenibilità energetica e tutela dell'ambiente e del mare e della natura - dice - Eravamo a un passo dal chiudere il ciclo dei rifiuti e dell'acqua e dal realizzare tante altre cose e la Spiaggia dei Conigli non è soltanto la spiaggia più bella e importante di Lampedusa, ma è entrata nelle classifiche mondiali di gradimento turistico».



«Abbiamo restituito dignità al Comune, ai cittadini e ai diritti, con un lavoro di ripristino di legalità e faticosissima opera di regolamentazione, lotta alla corruzione, risanamento finanziario - dice ancora Giusi Nicolini - Dico questo perché so bene che l'azione dell'Amministrazione che ha cambiato ruolo e immagine di Lampedusa, non è pienamente conosciuta all'esterno. Rimaneva e rimane tanto lavoro da fare, per un altro futuro. Se avessi avuto paura della sconfitta, sarebbe stato sufficiente scegliere di non ricandidarmi. Invece ho scelto di farlo, forte del lavoro fatto, per riuscire a portare a compimento il durissimo lavoro di riscatto di queste isole bellissime, avviato nel maggio del 2012, quando Lampedusa, icona dell'invasione, era conosciuta come la Porta dell'Inferno». 

«Oggi Lampedusa e Linosa sono cresciute nel turismo più di ogni altra località turistica italiana e siciliana, hanno sconfitto la condizione emergenziale degli sbarchi e sono diventate un faro nell'Europa dei muri e nel cimitero Mediterraneo, un esempio di coraggio e umanità - aggiunge ancora Giusi Nicolini - Nel corso di questi 5 anni abbiamo attraversato la storia e indicato il futuro, denunciando la responsabilità dell'Europa per le troppe stragi di vite umane in mare». E ricorda: «Qui sono arrivati Il Papa, il Presidente della Repubblica, due Presidenti del Consiglio, il Presidente della Commissione Europea e il Presidente del Parlamento Europeo. Alcuni si sono inchinati davanti alle bare del 3 ottobre, altri davanti al coraggio di queste popolazioni». Per concludere: «Oggi le nostre isole sono conosciute, pensate, amate in tutto il mondo e i bambini e i giovani di Lampedusaavranno presto un campo di calcio realizzato con fondi privati come gesto di solidarietà verso gli abitanti di queste isole di frontiera». 



LA SCONFITTA L'ultimo riconoscimento le è venuto dall'Unesco due mesi fa per avere «salvato la vita» a numerosi migranti e per averli «accolti con dignità». Per questo Giusi Nicolini è diventata un simbolo nel mondo. Ma tanto non è bastato per assicurarle la rielezione come sindaco di Lampedusa. È stato eletto l'ex sindaco Totò Martello, vecchia guardia della sinistra e anche Filippo mannino del M5s ha preso più voti. Nicolini non vuole commentare la sconfitta ma è andata negli uffici comunali a portare via le proprie cose. Di lei rimangono le immagini crudeli che la riprendono sulla banchina del porto davanti a una fila di corpi allineati. Il suo volto era accanto a quello del Papa che nel luglio 2013 si era recato nell'isola, ultimo lembo d'Italia, per essere vicino ai disperati che muoiono in mare per fuggire da guerre e miseria.

Nell'ottobre dell'anno scorso Matteo Renzi l'aveva voluta accanto a una cena con Obama alla Casa Bianca. E qualche settimana fa lo stesso Renzi l'aveva chiamata alla segreteria nazionale del Pd. L'esposizione mediatica ha finito forse per velare le difficoltà che Nicolini incontrava a casa propria, nell'isola dove aveva cominciato tanti anni fa la sua battaglia in difesa dell'ambiente prima di farla diventare esperienza politica. Nel suo stesso partito, il Pd, non aveva tanti amici. Il suo avversario più fiero è stato Salvatore Martello, schierato contro Renzi e legato all'assessore regionale all'agricoltura e alla pesca Antonello Cracolici. Martello è stato sindaco di Lampedusa, la sua famiglia ha un albergo, e lui è un leader dei pescatori. È stato sempre una voce critica verso la sindaca: «Pensa alla sua immagine, non ha contatti con il paese».

Con Martello si è ritrovato un altro simbolo dell'isola, Pietro Bartolo, il medico protagonista del film «Fuocoammare». La divisione attraversa ancora un terreno politico avvelenato. Bartolo, ricorda Nicolini, è stato assessore con Martello ma anche con Bernardino de Rubeis (Mpa), sindaco dal 2007 al 2012, condannato a sette anni dal tribunale di Agrigento per una storia di tangenti. Oltre a confrontarsi con il «fuoco amico» di Martello, la sindaca si è ritrovata sulla propria strada altri due agguerriti concorrenti: Filippo Mannino, del M5S, e Angela Maraventano, che qui dà voce alla Lega di Salvini, di cui è stata senatrice, e si batte per fare diventare Lampedusa una «zona franca». Ma mentre Maraventano raccoglie solo il 6 per cento, Martello schizza al 40 e Mannino sfiora il 30. Nicolini è terza con il 24,38. Poco per un simbolo noto in tutto il mondo. 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 12 Giugno 2017, 20:06
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