Lagrasse, il paesino di 500 anime da sempre aperto ai migranti

Lagrasse, il paesino di 500 anime da sempre aperto ai migranti
Cinquanta richiedenti l'asilo per circa 500 abitanti: a Lagrasse, un villaggio del sud della Francia, l'accoglienza nei confronti dei migranti 'è di casa'.

Oggi negli spazi ricavati per il CADA (Centro di accoglienza per i richiedenti l'asilo) all'interno dell'ex convento delle sorelle di Nevers convivono tra gli altri siriani, marocchini, algerini, ceceni, afghani, congolesi. In proporzione, rispetto alla popolazione, si tratta di una delle presenze di richiedenti l'asilo più importanti del paese. Un'usanza che - come spiega all'Adnkronos il sindaco René Ortega - vuole essere «una mano tesa alle persone in difficoltà», in un comune «da sempre terra di accoglienza». Prima di loro, negli anni delle guerre nella ex Jugoslavia, sono stati i kosovari ad essere accolti dal Cada di Lagrasse.
 


E ancora prima, tra il 1985 e il 1990, nel comune (peraltro inserito nell'Associazione dei più bei villaggi di Francia) i rifugiati provenienti dal sudest asiatico, da Cambogia, Vietnam, Laos. Ma la tradizione dell'accoglienza risale ancora più indietro, agli anni della guerra civile spagnola. «L'integrazione per i bambini - spiega il primo cittadino - inizia a scuola, dove abbiamo potuto inserire una classe supplementare nella scuola elementare negli anni Novanta per accogliere i bambini kosovari, una classe che continua ad esistere».

I richiedenti l'asilo, spiega poi Denis Vaya, direttore del CADA di Lagrasse e Narbonne, gestiti dalla Federation audoise des oeuvres laiques, vengono accolti e seguiti per il tempo che dura l'epletamento della pratica di richiesta di asilo da parte dell'Ufficio francese di protezione dei rifugiati e apolidi. «Se questa poi è positiva, li orientiamo verso Carcassonne, dove li aiutiamo a trovare un lavoro e dove poi inizieranno a risiedere, inserendosi nella società francese ed esercitando gli stessi doveri e diritti degli altri, escluso il diritto di voto, e dove poi potranno anche fare richiesta di nazionalità».

«Se negativa, li avviamo verso la Cour Nationale du droit d'asile, dove saranno seguiti da un legale». Quanto alla risposta degli abitanti, Vaya ricorda un solo episodio, l'arrivo nel 1999 dei rifugiati kosovari che vennero prelevati all'aeroporto di Perpignan e quindi portati a Lagrasse: «Arrivammo verso l'una del mattino, trovammo ad attenderci un centinaio di persone. E altre nei giorni seguenti ci portarono vestiti e cibo».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Ottobre 2016, 15:45
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