La Cassazione: indottrinare al jihadismo non è reato se non c'è anche l'addestramento

La Cassazione: indottrinare al jihadismo non è reato se non c'è anche l'addestramento
Non è configurabile il reato di terrorismo internazionale di matrice islamica a carico di imam o dei loro seguaci impegnati in attività di indottrinamento e proselitismo «finalizzata ad indurre una generica disponibilità ad unirsi ai combattenti per la causa islamica e ad immolarsi per la stessa», se la 'formazione teorica' degli aspiranti kamikaze non è affiancata anche con «l'addestramento al martirio di adepti da inviare nei luoghi di combattimento». Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni depositate oggi e relative all'assoluzione - emessa lo scorso 14 luglio - dei quattro jihadisti della moschea di Andria.

Secondo i supremi giudici, l'indottrinamento «può costituire senza dubbio una precondizione, quale base ideologica, per la costituzione di un'associazione effettivamente funzionale al compimento di atti terroristici, ma non integra gli estremi perchè tale risultato possa dirsi conseguito». Chi si dedica 'solo' al proselitismo jihadista, spiega il verdetto, non rischia condanna ma - «al più» - misure di prevenzione come l'espulsione. 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Novembre 2016, 19:24
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