Juventus, Andrea Agnelli: "Ndrangheta? Mia figlia ha avuto paura"
"Da settembre pronti a mettere le celle nello Stadium" -Video

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di Mario Fabbroni
"Mai subito minacce da ultras e mai pensato a Dominello come un "operativo". Piuttosto mia figlia di 12 anni si è spaventata quando ha letto sui giornali che suo padre avrebbe avuto rapporti con certi personaggi". Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ha raccontato ieri la sua verità di fronte ai membri della Commissione parlamentare antimafia sulla vicenda dei presunti rapporti tra il vertice della società bianconera con esponenti della curva invischiati con la criminalità organizzata. In particolare, Agnelli ha risposto alle domande del presidente del Comitato Mafia e sport, Marco Di Lello e del senatore Pd Giuseppe Lumia sui suoi rapporti con Rocco Dominello, considerato dagli investigatori come contiguo alle ndrine calabresi: "Non ho mai incontrato Rocco Dominello da solo. Ricordo 3-4 incontri. Una volta in una cena ad Asti con centinaia di tifosi, una volta nei miei uffici con tutti i tifosi, un'altra volta è venuto con Germani in sede per gli auguri natalizi, una volta presso i miei uffici in Lamse con Alessandro D'Angelo in una delle occasioni in cui ho incontrato tutti i tifosi". 



La difesa di Agnelli è tutta improntata sul "non sapevo" e sull'autonomia operativa del suo staff. "Mai nessuno ha avuto il dubbio,prima dell'indagine torinese, che Rocco Dominello potesse essere qualcosa di diverso da un semplice ultras". "Se io e i miei dipendenti avessimo saputo quanto emerso oggi, mai avremmo avuto rapporti con lui". Era mai stato informato da organismi dello Stato sulla pericolosità criminale di Dominello? "No, mai avuto informative dalla Digos. Neppure la questura sapeva chi fosse Dominello, perché dovevo saperlo io? Dovevo scoprirlo su Google? Io mi fido e non mi fido di Google, perché non basta andare sul web per capire come funziona il mondo".



Quindi la controffensiva e l'annuncio che, se ci sarà la volontà di andare a fondo, la Juve potrebbe adottare nel proprio impianto il modellom inglese. "Vogliamo un giudizio abbreviato subito, allo stadio, stile inglese. Siamo pronti come Juve a fornire anche zone adibite all'interno dello Stadium". Quindi, celle per la carcerazione immediata in attesa di giudizio, già dal prossimo settembre, E ancora: "Perché il Gos non vuole presidiare quei settori? Presidiamoli subito", ha attaccato il numero uno bianconero, dopo aver risposto ironicamente all'ennesima richiesta da parte dei membri della Commissione Antimafia sulla motivazione per cui il club bianconero non si è costituito parte civile al processo Alto Piemonte. 

Anche perchè uona parte delle colpe dipendono, incredibilmente, proprio dallo Stadium: "La responsabilità iniziale che ci ha portato a questa situazione è sicuramente lo stadio troppo piccolo - detto Andrea Agnelli -. Siamo stati colti dalla sorpresa di gestire uno stadio sold out tutte le domeniche. Organizzare il tifo in maniera socio-demografica
corretta ha dato la possibilità di inserirsi a persone con l'interesse a lucrare. Del resto, i biglietti per la finale di Champions che la Juventus giocherà il 3 giugno con il Real Madrid sono stati venduti dall'Uefa, ma ora si trovano a prezzi assurdi: dai 3 ai 5mila euro. Il bagarinaggio esiste e va combattuto, anche se la cessione di un bene
mobile, quale è il biglietto di una partita da una persona ad un'altra non penso possa essere criminalizzato. Discorso diverso - ha concluso  il numero uno bianconero in un passaggio del suo discorso - è il fare incetta di tagliandi a
fini puramente speculativi: sul digitale sta invece dilagando grazie all'uso dei cosiddetti bot, software che permettono in pochi secondi di concludere un alto numero di transazioni". 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Maggio 2017, 16:54