Tutto è cominciato di prima mattina all'interno di una tenda. Traore, secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori dopo avere sentito gli immigrati presenti al fatto, ha aggredito due ospiti della struttura, ferendone uno ad un braccio con un coltello da cucina, per una lite banale o, più probabilmente, in un tentativo di rapina. Sono stati gli altri immigrati, spaventati, a chiamare i carabinieri. Quando i primi due militari sono giunti sul posto hanno trovato Traore in evidente stato di alterazione psicofisica. Hanno cercato di parlare con lui, di calmarlo, ma il giovane, per tutta risposta, ha menato fendenti alle pareti della tenda. Poi, quando sono giunte altre due pattuglie, una dell'Arma ed una della Polizia, ha cominciato a lanciare sassi contro militari ed agenti. Improvvisamente la tragedia. Traore si è scagliato contro un militare ferendolo al volto, all'altezza dell'occhio destro.
L'uomo è stato momentaneamente allontanato dagli altri militari e dagli agenti, ma poi è tornato ad aggredire il carabiniere cercando di colpirlo un'altra volta.
Il militare, a quel punto, ha estratto l'arma ed ha fatto fuoco colpendo Traore all'addome. L'uomo è stato subito soccorso e trasportato nell'ospedale di Polistena dove, però, è morto dopo alcune ore. Solidarietà al carabiniere è stata espressa da vari esponenti politici, da Matteo Salvini a Ignazio La Russa a Giorgia Meloni, mentre il sindaco di Rosarno - che dista pochi chilometri da San Ferdinando - Giuseppe Idà, ha chiesto l'intervento del premier Renzi e del ministro Alfano: «il problema è nazionale e noi, da soli, non ce la facciamo».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Giugno 2016, 20:04
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