Tragedia al Giro, il fratello testimone: "Era appeso, gli gridavo di resistere"
di Barbara Turetta
«Eravamo saliti dalla contrada Lessi racconta -, un'ora di camminata, eravamo partiti alle 13, per arrivare a Foza dove passavano i ciclisti. Non era difficoltoso. Io camminavo qualche passo davanti, mentre mio fratello aveva rallentato per cercare con circospezione un passaggio. Era attento e scrupoloso. A terra c'era una distesa di foglie ed è lì che è caduto. Per pochi secondi è rimasto aggrappato, gli ho gridato di resistere ma non ce l'ha fatta». Ieri mattina i tre fratelli del cinquantottenne di Selvazzano, morto tragicamente sabato mattina ad Asiago mentre saliva un sentiero per vedere il passaggio del Giro d'Italia, erano tutti in via Forno a Tencarola, alle porte di Padova, a casa dell'anziana mamma. Con lei viveva Loris.
Qui, stretti nel loro dolore, e circondati dall'affetto di parenti e amici, hanno ricordato le grandi passioni del fratello maggiore. Appassionato di ciclismo amatoriale, il cinquantottenne amava ripercorrere in sella alla sua bici da corsa i leggendari percorsi del Tour de France e del Giro d'Italia.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Maggio 2017, 13:16
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