Il piccolo Giosuè, ucciso dalla mamma:
una vittima della bigenitorialità negata -Foto
di Carlo Ioppoli
Se così fosse, avremmo assistito ancora una volta all’ennesima tragedia scatenata dalla negazione del diritto alla bigenitorialità, del diritto di entrambi i genitori a partecipare alla formazione del minore.
Non è stato ancora compreso da alcune madri che il figlio non resta sempre nel grembo della madre, non è una costola della madre, ma il frutto dell’amore di entrambi, di madre e padre.
Quindi non si è voluto intendere che il minore è persona terza rispetto ai due genitori, che hanno il dovere di considerarlo come un soggetto autonomo, come un autonomo componente della famiglia, cui si deve non solo amore, ma soprattutto rispetto, che poi dell’amore è l’espressione più alta.
L’infelice madre che avrebbe preferito togliere la vita al figlio ed a se stessa, al fine di non consentire al padre di frequentarlo, di tenerlo, sia pure per determinati e limitati giorni, e di godere quindi dell’amore del figlio, esprime non certo amore materno, ma l’assoluta assenza di bigenitorialità e di condivisione.
Carlo Ioppoli
Avvocato del Foro di Roma e Presidente Avvocati Familiaristi Italiani - www.ifamiliaristi.it
Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Febbraio 2016, 10:57
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