La cena non gli piace, sgozza la madre
e dorme col cadavere. "Lite per il pollo"

La cena non gli piace, sgozza la madre e dorme col cadavere. "Voleva le ali di pollo, non le cosce"
PISA - Un pretesto. Anzi, un raptus che lo ha spinto ad afferrare un coltello da cucina con il quale ha poi tagliato la gola alla vecchia madre ottantasettenne. Il motivo? Erano state acquistate al supermercato delle cosce di pollo anzichè le ali come aveva chiesto il figlio cinquantacinquenne, da dieci anni seguito dal centro di igiene mentale di Pisa perchè psicotico cronico. Fabrizio Fruzzetti, ora rinchiuso nel centro clinico del carcere Don Bosco di Pisa per una frattura vertebrale rimediata per una caduta dalle scale, ha colpito la madre Cesira Antonioli con violenza e poi è andato a dormire, dopo un pomeriggio trascorso come sempre, con la terapia domiciliare effettuata dalla Asl e la visita dei parenti. Poi è andato a dormire e stamani ha avvertito i carabinieri. A lungo anche in mattinata è rimasto in casa, apparentemente tranquillo, in attesa che l'ambulanza lo portasse via, mentre in un'altra ala della palazzina i carabinieri ricevevano familiari di vittima e carnefici. Ma nel vicinato di questa porzione di Ghezzano, frazione del comune di San Giuliano Terme, alle porte di Pisa, c'è sgomento più che rabbia. «Mi sento addolorata per Cesira ma anche per il povero Fabrizio», racconta una vicina che conferma che gli scatti d'ira dell'uomo erano frequenti e improvvisi: «E a volte facevano paura».
Anche il cognato di Fruzzetti ha parole di comprensione: «Per me era come un figlio, anche ieri pomeriggio siamo venuti ad accudirlo. La lite per il cibo? un pretesto, come ce ne sono stati tanti in questi anni. Come quando diceva di vedere 'strani messaggì dalla Tv: per noi erano segnali per iniziare a gestire i suoi scatti». Da anni combatteva con il male e la madre, vedova dal 2006, e la sorella non lo hanno mai abbandonato. Cesira che condivideva la vita con lui, la sorella Ivana, che ogni giorno gli faceva visita. Come ieri, quando insieme al marito sono andati a fare la spesa e poi sono tornati nella palazzina a due piani di Ghezzano. Erano quasi le 20 e tutto sembrava come sempre. Poi, Fabrizio ha visto che nelle buste non c'erano le ali di pollo che aveva chiesto, ma le cosce. E ha iniziato a litigare con la mamma, fino all'aggressione fatale. «Ma quello - dice sconsolato il cognato - è solo un pretesto. Se non fosse stato quello ce ne sarebbero stati altri. Non è cattivo, Fabrizio. È malato».

Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Luglio 2014, 19:50