Fertility Day, la Lorenzin: "Un errore tecnico.
In molti aspirano a prendere il mio posto"

Fertility Day, la Lorenzin polemica: "In molti vogliono il mio posto"
«Nel Fertility Day parliamo di salute, poi c'è l'aspetto politico e nella politica ci sono le strumentalizzazioni, e mi sa che c'è un sacco di gente che aspira a fare il ministro della Salute: va benissimo, ma io intanto mi occupo di cose vere». Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a margine dei lavori della tavola rotonda sul Fertility Day a Roma. Lorenzin ha quindi ribadito come la sua priorità sia quella di occuparsi di «cose vere: parlo dei livelli essenziali di assistenza e del Fondo sanitario nazionale». Dunque «che io - ha aggiunto il ministro - debba passare intere giornate a fare speculazioni su una foto della campagna non va bene, posso occuparmene un giorno, ma poi chi è responsabile dell'accaduto va a casa».
 
 

Spiegando quindi l'episodio relativo alla foto della campagna sul Fertility, accusata di razzismo, Lorenzin ha affermato che le era stata presentata una foto diversa da quella in oggetto: «Perchè fosse diversa non lo so e i responsabili se ne devono assumere la responsabilità, ma al di là di questo - ha concluso - è importante parlare del problema di salute legato all'infertilità, ed è importante rilanciare l'attenzione sulle malattie sessualmente trasmesse, che sono in aumento». 



"CAMPAGNA BRUTTA MA ERRORE TECNICO" La campagna per il Fertility Day «era proprio brutta ma io faccio il ministro e non il comunicatore; dunque mi interessa il messaggio più della campagna in sè». Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in relazione alle foto della campagna oggetto di contestazioni, precisando che, nel caso dell'ultima foto accusata di razzismo, si è trattato di un «errore tecnico e di incapacità».

Lorenzinha quindi chiarito la dinamica della vicenda relativa alla pubblicazione di una foto con immagini di ragazzi di colore associata a comportamenti negativi e accusata quindi di razzismo: «Questa foto - ha detto - non è la foto che abbiamo visto noi. Penso ci sia stato un errore tecnico e di incapacità. Ci hanno cioè mostrato un documento cartaceo che risultava diverso dalle immagini in alta definizione». Quanto alla rimozione del direttore per la comunicazione del ministero, responsabile delle immagini per la campagna, Lorenzin ha detto che non si è trattato di un «capro espiatorio».

Ad ogni modo, ha aggiunto, «se potessi fare un concorso al ministero della Salute per avere un grande direttore della comunicazione, lo avrei fatto già tre anni fa, ma non lo posso fare. Questa - ha rilevato - è stata una grande lezione per gli uffici del ministero e spero tutti ne prendano atto». Ovviamente, ha sottolineato, «nessuno aveva intenzioni razziste, perchè noi del ministero della Salute ci occupiamo ogni giorno di garantire la salute a tutti gli italiani, indipendentemente dal colore della pelle, facciamo prevenzione per tutti. Per questo, per noi quella di razzismo è un'accusa fortissima». Detto ciò, ha concluso, «una cosa sono gli errori legati ad aspetti procedurali e burocratici, un'altra cosa sono i contenuti di salute fondamentali e al centro di questa campagna». 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Settembre 2016, 15:47
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