Il killer di Berlino era in Italia: ucciso da polizia dopo un controllo

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Il killer di Berlino era in Italia, è stato fermato dalla polizia nel Milanese ed è stato ucciso dagli agenti. Quello che sembrava un normale caso di cronaca è diventata una inquietante svolta nelle ricerche di Anis Amri, il tunisino accusato di aver provocato la strage ai mercati di Natale in Germania, con 12 morti (tra cui l'italiana Fabrizia Di Lorenzo): questa notte infatti un uomo, ancora non identificato, era stato ucciso durante un conflitto a fuoco con la polizia.
 
 

UN NORMALE CONTROLLO Secondo le prime informazioni l'uomo durante un normale controllo stradale in piazza I Maggio a Sesto S.Giovanni, intorno alle 3, avrebbe estratto una pistola e sparato agli agenti di una Volante che hanno risposto al fuoco uccidendolo. La Volante si sarebbe fermata in piazza primo maggio, di fronte alla stazione di Sesto San Giovanni, per un normale controllo.

L'uomo, che era a piedi, alla richiesta di mostrare i documenti avrebbe tirato fuori una pistola dallo zaino e avrebbe sparato a un poliziotto, colpendolo a una spalla. A quel punto gli agenti avrebbero risposto al fuoco, sparando all'uomo, poi deceduto. Il poliziotto colpito alla spalla è stato portato all'ospedale di Monza: le sue condizioni non sarebbero gravi.

INDAGHERÀ LA PROCURA DI MONZA Sarà la Procura di Monza, diretta dal procuratore Luisa Zanetti, ad occuparsi della sparatoria che ha portato alla morte di Anis Amri, il tunisino sospettato di essere l'autore della strage di Berlino. Il tunisino è stato infatti colpito a morte a Sesto San Giovanni, territorio di competenze dai pm monzesi. Della ragione per la quale l'uomo si trovasse a Sesto si occuperà invece l'anti terrorismo di Milano. A quanto si è saputo la procura di Monza sta attendendo la trasmissione di una informativa sui fatti per poi procedere alle iniziative conseguenti. 

IDENTIFICATO DA VISO E IMPRONTE Pochi minuti fa, l'identificazione: l'uomo ucciso era proprio Anis Amri. L'identificazione dell'uomo ucciso a Sesto San Giovanni come Amis Amri, il killer di Berlino, è arrivata sia dai tratti somatici sia dalla comparazione delle impronte, apprende l'ANSA da fonti dell'antiterrorismo milanese.

HANNO TENTATO DI RIANIMARLO Anis Amri steso sull'asfalto, morto dopo inutili tentativi di rianimarlo attestati dalla presenza di flebo al braccio e di un tubicino per l'ossigeno in bocca: le immagini del tunisino - indicato come il killer di Berlino - caduto sotto il fuoco di una pattuglia della polizia mostrano alcune ferite da proiettili nella parte destra del costato. I sanitari gli hanno evidentemente aperto la felpa nera che indossava per prestargli le prime cure che si sono però rivelate inutili. Contro Anis Amri «sono stati esplosi due colpi». Il terrorista «è stato raggiunto al costato da un colpo», risultato mortale. 

COPERTURE IN ITALIA? Potrebbe avere avuto 'coperturè e 'appoggì da qualche esponente della comunità islamica di Sesto San Giovanni Anis Amri, ritenuto il killer di Berlino e ucciso la scorsa notte nel centro alle porte di Milano, da due agenti della volante che lo hanno fermato per un controllo. È l'ipotesi degli inquirenti e degli investigatori dell'antiterrorismo milanese che stanno cercando di ricostruire gli spostamenti del tunisino arrivato ieri in Italia dalla Francia. 

QUELLE TRE ORE A TORINO È rimasto a Torino quasi tre ore, prima di raggiungere in treno Milano, dove è stato ucciso in una sparatoria con la polizia, Anis Amri, il killer jihadista che a Berlino ha provocato 12 morti lanciando un tir contro la folla nel mercatino di Natale. Secondo quanto si apprende da fonti investigative, l'uomo sarebbe arrivato intorno alle 20.30 alla stazione di Porta Susa, da dove sarebbe poi ripartito alla volta della Lombardia alle 23 circa. Sulla sua presenza a Torino sono in corso accertamenti da parte della Digos del capoluogo piemontese. 

PARLA IL QUESTORE «Questa operazione ha un effetto positivo e molto importante in termini di deterrenza»: lo ha detto il questore di Milano Antonio de Iesu nel corso di una conferenza stampa a Milano. «Nel controllo del territorio i nostri uomini espletano una funzione delicatissima, perché quando fermano un'auto per un controllo non sanno mai a cosa vanno incontro». «È arrivato dalla Francia in treno, è transitato da Torino, è arrivato a Milano all'una di notte. E al momento del controllo, a Sesto, Anis Amri era solo». «Era una scheggia impazzita, un latitante pericolosissimo che, da libero avrebbe potuto compiere altri attentati», ha detto di Anis Amri. «La pistola trovata in suo possesso gli si è materializzata in mano. Era carica e pronta all'uso». 

«Aveva pochissimi effetti personali, nessuno scritto, era un fantasma». Così il Questore di Milano, Antonio de Iesu, ha descritto Anis Amri, precisando che la sua individuazione «è solo frutto di una straordinaria attività di controllo del territorio. Sembra assurdo che un terrorista del genere sia stato trovato casualmente nel corso di un normale controllo, ma questa è la realtà». «Non aveva con sè altre armi, né telefoni, solo un coltellino e qualche centinaia di euro - ha precisato de Iesu -. È stato controllato da solo e non ci risultano collegamenti con altre persone. Che stesse aspettando qualcuno è solo una delle ipotesi».«Nessuno ci ha segnalato la sua presenza. È stato solo un controllo sul territorio. Può sembrare paradossale e lo è, non avevano percezione che fosse un killer. Era un magrebino come ce ne sono tantissimi nella zona di Milano, e il nostro è stato un normale controllo fatto da due giovani e bravi operatori di polizia». «Dobbiamo capire perché un soggetto del genere fosse a Sesto San Giovanni - ha aggiunto il Questore -. Ma questo è materia di indagine. Collochiamo Amri all'una alla stazione Centrale di Milano, questo è riscontrato da immagini. Che mezzo abbia preso per andare a Sesto e perché non lo sappiamo. Ma non c'è nessun collegamento con la moschea di Sesto».

AVEVA UNA CALIBRO 22 Lo scontro a fuoco di questa notte a Sesto San Giovanni nel quale è rimasto ucciso il tunisino Anis Amri nella ricostruzione fatta dagli stessi agenti di polizia protagonisti dell'azione. L'agente scelto Christian Movio e l'agente in prova Luca Scatà, si legge nel verbale redatto nella notte dal Commissariato di Sesto, si trovavano a bordo della volante 'AlfaSestò, quando intorno alle 3, «nel corso della propria ordinaria attività, sottoponevano a controllo uno straniero appiedato nei pressi della stazione ferroviaria».

L'uomo, alla richiesta di esibire un documento d'identità, «estraeva da uno zaino una pistola calibro 22 ed attingeva l'agente scelto Movio, il quale, per l'accaduto, riportava una ferita alla spalla». La polizia, prosegue il rapporto, «rispondeva al fuoco e lo straniero veniva attinto al petto e moriva». Nell'immediatezza dell'evento non erano stati fatti collegamenti con il tunisino ricercato per l'azione di Berlino ed il verbale concludeva riferendo che «il soggetto è sprovvisto di documenti e non risulta nell'immediatezza identificabile». 

"DANKE ITALIEN" «Grazie Italia», «Danke Italien», «Grazie fratelli d'Italia». Decine di account tedeschi stanno twittando, nelle due lingue, parole di ringraziamento nei confronti delle autorità italiane per l'uccisione di Anis Amri e, in particolare, nei confronti della polizia. «Grazie ai poliziotti italiani che hanno reso innocuo l'attentatore di Berlino», scrive un utente di twitter, mentre un altro commenta: «follia quanto si arrivi lontano nonostante una caccia serrata in tutta Europa, grazie Italia per aver agito nel modo giusto». C'è anche chi ricorre a una ironia amara, come un utente dal nome italiano che vive in Germania e scrive in perfetto tedesco: «Quel che per noi in Germania è davvero irritante è che in Italia la polizia evidentemente controlla la carta d'identità». E a chi critica le autorità tedesche: «Danke Italien, avete fatto quello che la Germania non era in grado di fare», ha commentato un altro utente tedesco. 
Ultimo aggiornamento: Sabato 24 Dicembre 2016, 12:50
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