Eleonora Brigliadori: "I bambini col virus zika sono
conquistadores reincarnati. Veronesi ciarlatano"

Eleonora Brigliadori: "I bambini col virus zika sono conquistadores reincarnati. Veronesi ciarlatano"
Che Eleonora Brigliadori sia assolutamente contraria alla chemioterapia non è una novità. L'attrice, che sostiene di aver sconfitto un carcinoma al fegato metabolizzato dopo tre anni dal virus dell'epatite, è infatti una fervente sostenitrice della 'Nuova Medicina Germanica' del dottor Ryke Geer Hamer, e lo aveva ribadito anche in occasione della scomparsa di Karina Huff.

Ora, in un'intervista a Elle, l'attrice milanese ha rincarato la dose, attaccando Umberto Veronesi: «Mente sapendo di mentire, l'ho visto affidarsi all'omeopatia ma ai suoi pazienti propone sempre la chemio. Il tumore nasce sempre da un conflitto interno, e spesso a generarlo è la paura. Per la chemio vale lo stesso, la paura porta a morire. C'è una vera e propria lobby, eppure io, che ho perso anche mia nonna e mia madre, sono guarita da sola. Forse ce l'ho fatta proprio perché amavo i miei capelli».

Quando le viene chiesto delle accuse nei confronti delle 'lobby ebraiche' di cui parlava Hamer, la Brigliadori commenta così: «Non mi piace dare etichette, ma ci sono medici che prendono le 'stecche' per i farmaci. Steiner, come Hamer, aveva previsto che certe sostanze chimiche inibiscono e mettono paura al corpo, impedendo lo sviluppo spirituale terapeutico e favorendo le malattie. Tra chemio, vaccini e psicofarmaci, tutti rischiamo di ammalarci. Il film di Robert De Niro contro i vaccini è stato bloccato? Non mi stupisce, è schiavo della lobby del cinema».

Continuando a parlare delle teorie di Hamer e Steiner, la Brigliadori riesce a superarsi quando parla del virus zika, che in Sudamerica sta colpendo tantissimi neonati: «Credo che ogni malattia abbia un'origine precisa, e nella reincarnazione. I bambini che si ammalano di quel virus sono le reincarnazioni dei conquistadores che devono scontare certe pene, ma dalle malattie nasce sempre qualcosa di buono. Il tifo, ad esempio, si è sviluppato a Napoli, una città dove si vive un po' alla giornata, ma dopo l'epidemia le coscienze si sono risvegliate e sono arrivate le rivoluzioni. La malaria, invece, riequilibra l'ego e il vaiolo, arrivato dopo le guerre, aiuta a far capire l'importanza dell'amore. Se è così anche per l'hiv? Questa è un’etichetta data a fenomeni che hanno in realtà cause complesse nel non amore, buona solo per vendere pillole».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Maggio 2016, 18:55
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