Corona furioso in aula, urla in faccia al fidanzato di Nina Moric

Corona furioso in aula, urla in faccia al fidanzato di Nina Moric
Si è 'surriscaldatà l'aula del processo milanese a Fabrizio Corona quando è entrato per deporre come testimone Luigi Favoloso, compagno di Nina Moric, ex moglie dell'ex 're dei paparazzi', e accusato dallo stesso Corona di aver messo la bomba carta sotto casa sua lo scorso agosto, episodio da cui poi sono partite le indagini che hanno portato a trovare circa 2,6 milioni di euro in contanti.

Dopo aver lanciato alcune occhiate dure a Favoloso, l'ex 'fotografo dei vip', mentre i giudici rimandavano la testimonianza alla prossima udienza dell'11 maggio (devono decidere con che modalità ascoltarlo, da teste 'puro' o con l'assistenza di un legale e la possibilità di non rispondere), si è messo ad urlare (redarguito subito dal giudice Guido Salvini) rivendicando «il mio diritto e quello di mio figlio» di sentirlo come teste 'puro', come chiede la sua difesa. «È stato aggressivo - ha detto Favoloso uscendo dall'aula ai cronisti - mi ha deluso, pensavo fosse un bravo ragazzo». Nella prossima udienza tra i testi anche Belen Rodriguez. 
 
 


IL TESTE DI SCAMPIA: "DÀ FIDUCIA AI GIOVANI " «Nel mio quartiere, che è vicino a Scampia, tanti dei miei amici sono diventati criminali, ma io voglio dire qua che il signor Fabrizio Corona dà speranza a tante persone, a tanti giovani e ai piccoli imprenditori». Lo ha sostenuto, davanti ai giudici della prima sezione del Tribunale di Milano, uno dei testimoni citati dalla difesa dell'ex 're dei paparazzì e che stanno sfilando nel processo che vede l'ex agente fotografico imputato, assieme alla collaboratrice Francesca Persi, per quei 2,6 milioni di euro in contanti trovati in parte in un controsoffitto e in parte in Austria.

Il giovane testimone napoletano ha raccontato di aver conosciuto «Fabrizio un anno e mezzo fa, sono diventato suo amico, lo portavo in giro in macchina alle serate che lui faceva e passavo quasi per il suo manager, ma non lo ero». In una giornata, ha raccontato il teste, «riusciva a fare fino a 10 eventi e ad incassare anche 5mila euro a evento, durante un capodanno ha fatto 7-8 discoteche, da giovedì a domenica faceva anche 30-40 mila euro a settimana». La linea delle difesa, infatti, è che quei contanti trovati siano il 'nerò delle sue serate e della sua attività e che si tratti, dunque, al massimo di un problema fiscale.

«Corona - ha proseguito il teste - lo volevano e lo cercavano tutti, perché lui dà speranza anche alle macellerie». A questo punto è intervenuto il presidente del collegio Guido Salvini dicendo con ironia: «Va bene, abbiamo capito che era un'attività sociale». Il pm Alessandra Dolci, poi, ha voluto chiedere al teste se fosse stato pagato da Corona per il suo accompagnamento alle serate: «A volte sì, a volte mi dava 300, 400, 500 euro, non mi faceva mancare nulla, ma io non lo facevo per soldi ma perché gli voglio bene, lui - ha concluso - è uno che snobba anche i malavitosi».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 27 Aprile 2017, 17:57
© RIPRODUZIONE RISERVATA