Coniugi uccisi nel foggiano, erano pregiudicati. "Il figlio 16enne ha ammazzato un coetaneo"

Coniugi uccisi nel foggiano, erano pregiudicati. "Il figlio 16enne ha ammazzato un coetaneo"
All'uomo hanno sfigurato il volto con una sventagliata di proiettili, alla donna invece hanno sparato al torace, risparmiandole per pietà il viso. È stato un agguato in stile mafioso quello in cui sono stati uccisi i coniugi Isabella Rotondo e Nicola Salvatore, pregiudicati di 55 e 56 anni, sorpresi da due killer alle 9.30 del mattino nella loro profumeria in via don Minzoni, a San Severo, nel Foggiano.

L'uomo ha un curriculum criminale di tutto rispetto: era stato coinvolto in un processo per mafia e droga ed era stato scarcerato da un paio di anni. Il nome della moglie, invece, è negli archivi della polizia per fatti di spaccio e per essere stata la moglie del boss defunto Michele Marinelli. Poi c'è il figlio 16enne dei due, detenuto dall'ottobre 2016 per avere ucciso il 17enne eboliano Mario Morelli e ferito un altro coetaneo durante una lite per motivi di gelosia.

L'ipotesi di un possibile collegamento tra il duplice omicidio di oggi e quello contestato al figlio delle vittime è presa in considerazione dalla polizia, visto anche il calibro criminale delle famiglie coinvolte. Ma non è l'unica: si scava negli ambienti criminali di San Severo, quelli dediti allo spaccio di droga e alle estorsioni ai commercianti. Per questo i poliziotti, su disposizione della Dda di Bari, hanno eseguito tre-quattro stub nei confronti di altrettanti pregiudicati di San Severo legati alla criminalità locale e perquisito le loro abitazioni.

Nicola Salvatore, nel dicembre scorso, era stato ferito in un altro agguato assieme al figliastro Massimiliano Marinelli, di 34 anni, anche lui con precedenti per droga. Le indagini, quindi, si muovono su fronti diversi e il duplice delitto è la conferma che a San Severo la mafia sta sfidando lo Stato e vuole dimostrare di non essere neppure intimorita dell'invio degli agenti del Reparto di Prevenzione Crimine disposto nelle scorse settimane dal Viminale dopo i proiettili sparati contro i mezzi in sosta della Polizia.

I killer che hanno agito oggi sono arrivati a bordo di un maxi scooter e avevano il volto coperto da caschi integrali. Hanno fatto irruzione nella profumeria impugnando una pistola calibro 9x21 e, pare, una mitraglietta. Hanno subito fatto fuoco senza dare scampo ai loro bersagli. Una quindicina di proiettili sparati. Si è salvata invece la madre della vittima: la donna era chiusa nel bagno del locale durante l'assalto dei sicari. È stata portata in commissariato ed ascoltata, ma la 73 anni è riuscita solo a dire di aver visto un killer che fuggiva dal locale e, in preda alla disperazione, di aver scoperto i due cadaveri ancora agonizzanti sul pavimento.

I primi ad accorrere sul posto sono stati due poliziotti di pattuglia, allertati da una donna nella vicina via san Bernardino, a circa 50 metri dal luogo dell'agguato. La passante ha fermato la Volante e ha raccontato che nella profumeria 'da Isabellà era in corso una rapina. È scattata l'allerta e, per poco, i poliziotti non hanno incrociato la moto dei sicari fuggita contromano in via don Minzoni. Mentre scappavano i killer hanno lasciato sull'asfalto due proiettili, forse per eliminare i colpi in canna dalle armi. 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Maggio 2017, 20:32
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