"Il cervello può salvarsi, grazie a uno switch":
in Italia primo caso al mondo dopo un trauma

"Il cervello può salvarsi con uno switch, anche dopo traumi gravi"
Con un nuovo programma riabilitativo intensivo creato ad hoc il cervello è in grado di effettuare un vero è proprio 'switch', spostando, in caso di gravi lesioni, le centraline cognitive, della parola e del movimento dall'emisfero sinistro a quello destro. Lo dimostra il caso di un ragazzo diciannovenne bilingue, di origine rumena ma residente dall'età di sette anni in Italia, Alessandro Razvan Coviti. Nel 2009, in seguito a un incidente stradale con conseguente trauma cranico e coma, oltre a gravi difficoltà cognitive e motorie, aveva perso l'uso della parola. «È il primo caso documentato al mondo - sottolinea Andrea Marini docente di neuroscienze cognitive dell'Università di Udine, primo autore dello studio - in cui l'emisfero destro ha supplito l'emisfero sinistro facendo, in pratica, un 'doppio lavoro'».


Lo studio, pubblicato su Brain and Language e a cui hanno partecipato l'università di Udine, quella di Torino e il centro per il recupero cognitivo Puzzle, è una dimostrazione delle potenzialità del cervello e apre a nuove possibilità di recupero del linguaggio e del movimento in casi di ictus o altre lesioni gravi. «In seguito all'incidente stradale - spiega Marini - nel giro di 4 mesi il ragazzo ha perso completamente l'emisfero sinistro del cervello. Grazie ad un intenso programma di riabilitazione sperimentale creato ad hoc e durato dal 2011 al 2016 e nonostante avessimo lavorato solo in lingua italiana, il giovane ha ripreso a parlare sia in italiano che in rumeno. Abbiamo inoltre osservato che utilizzava la stessa area dell'emisfero destro per entrambe le lingue».

Un recupero parallelo mai osservato e descritto prima, sottolineano gli esperti, ottenuto «bombardando il paziente - afferma Marini - da tutti i punti di vista, da quelli prettamente linguistici e quelli che riguardano più specificamente la comunicazione».
In particolare si è lavorato molto anche sul tono della voce, sulla capacità di cogliere il fulcro delle storia e di essere pertinenti nella comunicazione attraverso l'uso della voce e della gestualità. Oggi, dopo un lungo cammino fatto dalla ricerca italiana e da una forza di volontà grandissima da parte del paziente, il giovane venticinquenne non solo è di nuovo bilingue, ma cammina con il solo ausilio di un bastone e ha iniziato a recitare in teatro. 

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Luglio 2016, 18:25
© RIPRODUZIONE RISERVATA