Lascia la tv accesa e la cameretta prende fuoco: morta bambina di 11 anni

Lascia la tv accesa e la camera prende fuoco: morta bimba di 11 anni
Una bambina di 11 anni è morta a Conversano pare per le esalazioni di monossido di carbonio sprigionate dall'incendio della sua cameretta. La ragazzina è morta poco dopo il ricovero in ospedale a Monopoli (Bari). Le fiamme pare siano partite da un televisore. La piccola, soccorsa dal padre impiegato in un'azienda agricola, viveva in una abitazione all'interno del castello Marchione di Conversano.

La bambina era nata a Castellana Grotte (Bari) ed era figlia di genitori bulgari; avrebbe compiuto 12 anni il prossimo 6 gennaio.

LA TV SI SAREBBE SURRISCALDATA Secondo i primi accertamenti, la piccola si sarebbe addormentata ieri sera lasciando il televisore acceso tutta la notte e l'elettrodomestico si sarebbe surriscaldato, causando un principio di incendio al mobile porta tv.

Ad accorgersi della tragedia stamani sono stati i genitori della ragazzina, che è stata trasportata d'urgenza con un'ambulanza del 118 all'ospedale di Monopoli, dove però è morta poco dopo il ricovero. A causa delle esalazioni sono rimasti intossicati in modo lieve dal fumo anche la mamma e i due fratelli più grandi della ragazzina. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Putignano. Indagano i carabinieri.

"FAMIGLIA DI LAVORATORI" Viene descritta in paese come 'una brava famiglia di lavoratori' quella della ragazzina di 11 anni, iscritta al primo anno di scuola media, deceduta oggi, a Conversano, a causa del monossido di carbonio che si è sprigionato nella cameretta in cui dormiva, quasi certamente dal televisore che si era surriscaldato.

A trasportare la ragazzina in ospedale, in gravissime condizioni ma ancora in vita è stato uno dei due fratelli, che ha 27 anni. I medici hanno appurato subito la sofferenza respiratoria della bimba attraverso l'emogasanalisi, che avrebbe indicato l'intossicazione da monossido.

Sono ancora in corso approfondimenti investigativi da parte dei carabinieri e di un perito nominato dal sostituto procuratore di turno, Marco D'Agostino. A dare l'allarme è stata la mamma della bimba. Si è alzata ed è andata nella camera della figlia invasa dal fumo, chiedendo subito aiuto ai due figli adulti, uno laureato in informatica e l'altro studente universitario. Ma il ricovero in ospedale si è rivelato inutile.

Il padre della ragazzina sta rientrando dalla Bulgaria, dove era andato a trovare i suoi genitori.
L'uomo e la moglie, di origini bulgare, sono in Italia da 30 anni; lui lavora alle dipendenze dell'azienda agricola che ha sede nel castello Marchione. Qui i datori di lavoro gli avevano dato l'alloggio, dove è avvenuto l'incidente, in comodato gratuito.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 30 Dicembre 2016, 15:38
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