"Io, condannato dalla Sla: non critico Fabo,
ma è più facile morire che continuare a soffrire"

"Io, condannato dalla Sla: non critico Fabo, ma è più facile morire che continuare a soffrire"

di Fabio Mencocco
Resta aggrappato alla vita e al suo computer. Nonostante la malattia che lo inchioda al letto, nonostante l'inesorabile forza dei tentacoli del suo male, nonostante quella smorfia di dolore, sul suo volto, un misto di rassegnazione e insopprimibile forza di volontà. Nonostante tutto. Per Antonio Tessitore, 40 anni, di Villa Literno, dal 2003 affetto da Sla il computer è la sua finestra sul mondo esterno.

Proprio grazie a internet ha monitorato giorno dopo giorno lo sviluppo della vicenda legata a Fabiano Antoniani, in arte dj Fabo, che a 40 anni, la sua stessa età, ha deciso di andare in Svizzera, paese dove è possibile praticare l'eutanasia. Divenuto cieco e paraplegico, Fabiani non ha voluto più soffrire e ha deciso di premere il pulsante che ha gli ha iniettato la dose a base di pentobarbital di Sodio.

Un gesto che ha fatto discutere, un gesto a cui Antonio, che in tanti chiamano il leone, ha pensato e ripensato in questi giorni in cui continuava a monitorare le notizie. Una scelta complicata e difficile, «ma che non mi sento di condannare in modo netto. Non posso giudicare il suo gesto, ma posso dire che è molto più facile morire che continuare a lottare». Antonio Tessitore non parla, fa sforzi enormi, riesce a comunicare solo grazie al My Tobii, il computer controllato tramite gli occhi con cui continua ad essere connesso con il mondo. Riuscire a comunicare è stata una delle prime battaglie di Antonio, che a causa della degenerazione della Sla, ha perso progressivamente anche la capacità di parlare. Un calvario diventato sempre più pesante dal 2008. Quella battaglia per l'installazione del comunicatore simbolico, acquistato con l'impegno della Regione Campania, è stata una delle tante portate avanti nel corso degli anni. Lottare per gli altri e tutelare i diritti dei più deboli, in pratica sono il pane quotidiano per chi, nonostante i momenti di sconforto, non ha mai abbandonato la sua attività in campo sociale. Eppure in questi giorni Antonio ha continuano a riflettere sulla questione eutanasia, una riflessione profonda che esprime con semplici parole dal forte impatto: «Sono favorevole all'eutanasia, poiché a volte si è soli e impotenti».

Un'espressione che in qualche modo rispecchia lo stato d'animo di dj Fabo che nella sua ultima lettera, scritta poco prima di premere il tasto per l'immissione del farmaco letale ha fatto sapere: «Le mie giornate sono intrise di sofferenza e disperazione, non trovando più il senso della mia vita ora. Fermamente deciso, trovo più dignitoso e coerente, per la persona che sono, terminare questa mia agonia». Anche dj Fabo ha scritto le sue ultime parole grazie ad un puntatore ottico, simile a quello che Antonio ha utilizzato per esprimere e descrivere, seppur brevemente, il suo pensiero attraverso i messaggi telefonici o tramite un altoparlante che gli permette di interagire con parenti e familiari, oltre che con la comunità di amici che lo contattano tramite i social network.
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Marzo 2017, 09:32