Anna Maffone riabbraccia il papà dopo 15 anni
grazie a una foto pubblicata su un giornale

Anna riabbraccia il papà dopo 15 anni grazie a una foto su giornale
Una figlia che è riuscita a riabbracciare suo padre, scomparso da 15 anni. E' la vicenda di Anna Maffone, una ragazza di 24 anni e il suo papà Mauro, che si era allontanato dalla loro casa di Savona senza dare più nessuna notizia per 15 anni.

Grazie all'appello di Anna, pubblicato su Giallo e raccolto da un lettore, i due si sono finalmente riabbracciati: "l mio sogno si è realizzato. Incontrare mio padre dopo averlo cercato per quindici lunghi anni è stata un’emozione grandissima. Per questo devo ringraziare voi di Giallo e il vostro lettore Lassad, che ha raccolto il mio appello", racconta Anna Maffone su Giallo.

Nel lontano 2001 il suo papà Mauro, che oggi ha 60 anni, se ne è andato di casa e ha fatto perdere le sue tracce. Da allora Anna, che all’epoca della scomparsa del padre aveva solo 9 anni, ha iniziato a cercarlo e a lanciare richieste d’aiuto, rimaste a lungo inascoltate.

Ma dopo aver lanciato un appello, Lassad M. (un lettore) ha risposto: "Io vedo molto spesso quell’uomo. Vive in strada a Genova insieme con altri senzatetto". E così i due si sono incontrati.



"Dopo la segnalazione giunta alla vostra redazione - si legge su Giallo -, sono stata un giorno a Genova a cercare mio padre. Non l’ho trovato, ma ho avuto modo di incontrare il vostro lettore, Lassad, al quale ho lasciato una lettera da consegnare a mio papà qualora l’avesse rivisto e sono tornata a casa. Ebbene, quella stessa sera Lassad lo ha incontrato di nuovo. Gli ha parlato di me e gli ha consegnato la mia busta, contenente anche il mio numero di telefono. Da quel momento ho passato una settimana in attesa che mio padre mi chiamasse, finché un giorno, finalmente, ho ricevuto una telefonata. Era Lassad, che mi diceva: “Anna, sono davanti a tuo padre, posso passartelo se vuoi”. Per la prima volta dopo tanto tempo sono riuscita a parlare con mio papà al telefono. Poche parole, perché qualche minuto dopo è caduta la linea: la batteria del telefono era scarica. A quel punto Lassad si è fatto da tramite e ha fissato un appuntamento tra me e mio padre qualche giorno dopo a Genova. Non potete capire la mia gioia!".

Moltissima emozione per l'incontro di Anna con suo padre: "Non appena ci siamo visti, senza dire una sola parola, ci siamo abbracciati. Siamo rimasti stretti fortissimo l’uno all’altra per un quarto d’ora! Vedersi dopo così tanto tempo è stata un’emozione sconvolgente, io ero soltanto una bambina quando mio papà è scomparso! Nonostante viva in strada, lui era molto ben tenuto, aveva una maglietta grigia e un cappellino dello stesso colore. Ci siamo seduti al tavolino di un bar e abbiamo parlato per ben tre ore di fila senza mai fermarci. Io gli ho raccontato di me, del mio lavoro e delle mie ambizioni. Poi è toccato a lui. Mi ha spiegato che si è allontanato da casa tanti anni fa perché stava vivendo un periodo difficile. È un uomo fragile e non ha saputo reggere a un insieme di problemi personali, tra incomprensioni con mia madre e difficoltà economiche, che gli sono piombati addosso come macigni. Mi ha raccontato che ora vive in strada, dorme spesso accampato con altri senzatetto e in inverno riesce a combattere il freddo con l’aiuto di qualche coperta. Allora gli ho chiesto: “Ma come fai a guadagnarti da vivere?”. Lui mi ha risposto: “Quei pochi soldi che ho, li guadagno giocando al centro scommesse”. A volte mangia alla mensa della Caritas e per lavarsi si arrangia come può".
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Settembre 2016, 18:34
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