Invasione di cubomeduse sino a riva, prima domenica di mare rovinata in Adriatico

Invasione di cubomeduse sino a riva, prima domenica di mare rovinata in Adriatico

di Lucilla Niccolini
ANCONA - Prima vera domenica d’estate, primo bagno di mare, dopo i divieti di balneazione. Tutti in acqua! Invece no. Ci sono le meduse! Piccola, trasparentissima, vezzosa e urticante, compare anche vicino alla riva, proprio dove si bagnano i bambini: sembra un cubetto di ghiaccio con quattro sottili peduncoli. Neanche si vede a occhio nudo, se ne scorge appena l’ombra mobile ed eterea dove l’acqua, presso la battigia, è più bassa e limpida. Però, sulla pelle si sente.



«Grandi quanto un pollice, sono delle carognette - commenta il professor Roberto Danovaro, docente di Biologia Marina alla Politecnica delle Marche, dalla spiaggia di Falconara dove ha portato al mare la famiglia - e i tentacoli, lunghi una decina di centimetri, provocano urticazioni, più o meno fastidiose a seconda delle sensibilità di chi ne è colpito o della parte del corpo che ci viene a contatto». Di incontri urticanti se ne sono registrati ieri in quantità rilevantissima, anche in acque basse. Pericolosa, professore? «Non particolarmente, anche se è parente prossima della cubomedusa mortale che vive nei mari dell’Australia. La Carybdea marsupialis proviene dall’Atlantico.



Stupisce la densità di questi giorni. Va detto che trovano particolarmente adatte queste acque, orlate da frangiflutti, perché ricche di alimento là dove si creano correnti in entrata e in uscita dalle barriere. Inoltre sono ghiotte degli organismi attratti di notte dalla luce dei lampioni. E queste spiagge sono relativamente illuminate, nelle sere estive». Qualche consiglio? «Ovvio: evitare di toccarla. E di fare il bagno tra le scogliere frangiflutti. Poiché pizzicano anche di notte, sconsiglierei i bagni notturni. Se poi vi resta attaccato un tentacolo, cercare di toglierlo con l'aiuto di una tessera magnetica, un qualunque bancomat, poi sciacquare con acqua di mare. Se fa tanto male, poiché il veleno è termolabile basta mettere la pelle sotto l'acqua calda del rubinetto».

Da Falconara a Mezzavalle, ieri le piccole cubomeduse sono state registrate lungo tutta la costa. È la prima volta che appaiono davanti alle Marche? «No, ma sono più frequenti nell’Adriatico meridionale, e mai così tante non se n’erano viste lungo le nostre spiagge! Speriamo che sia un passaggio temporaneo. Ma intanto ieri è arrivata sulla costa anche la marea rossastra che era stata avvistata al largo: dovrebbe essere, a giudicare dal colore e dalla consistenza, la famigerata alga rossa, o Fibrocapsa japonica, ma spero che l’Arpam sappia darci ragguagli. Erano un po’ d’anni che non la si vedeva: poiché predilige le foci dei fiumi, può darsi che le piogge dei giorni scorsi l’abbiano diffusa. E quando l’acqua si riscalda, si creano le condizioni ideali».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 27 Giugno 2016, 07:28
© RIPRODUZIONE RISERVATA