Roma, pugni e calci dopo una lite: muore a 27 anni

Alessandro non ce l'ha fatta: morto per le botte di un coetaneo

di Mirko Polisano
Non ce l'ha fatta Alessandro De Simoni, il giovane di 27 anni che domenica sera è rimasto vittima di una brutale aggressione in via delle Ancore a Ostia Nuova. Dopo 24 ore di agonia in coma, è spirato nel reparto rianimazione dell'ospedale San Camillo, mentre nella stanza accanto i genitori e i familiari pregavano per lui. Simone Meddi, il 25enne che ha colpito Alessandro in pieno volto durante una lite, ora dovrà rispondere del reato di omicidio. Perché di questo si è trattato. Alessandro era stato ricoverato in condizioni disperate. A causa di un pugno sferrato con una violenza inaudita ha perso l'equilibrio e cadendo ha battuto la testa sul marciapiede. L'urto è stato fatale. Ieri, la notizia della morte. Il responsabile, fermato poche ore dopo la lite di domenica sera, ha già passato una notte in carcere. È rinchiuso a Regina Coeli, in attesa che il pm Antonio Calaresu chiuda il fascicolo d'indagine.
 

L'ACCUSA
La Procura al momento ha cambiato il capo d'accusa riservandosi di valutare le ulteriori aggravanti dopo i verbali e le relazioni fornite dai medici e dagli inquirenti. Per questo, i carabinieri di Ostia ieri mattina hanno ascoltato per la seconda volta in due giorni tutti i testimoni e i familiari della vittima. Sono state proprio le persone che domenica sera erano presenti sul lungomare di Ostia Ponente a fornire l'identikit del 25enne alle forze dell'ordine. La lite è scoppiata a causa di un episodio banale: una borsa rubata qualche settimana prima in un centro commerciale. La fidanzata di Alessandro ha accusato del furto la sorellastra di Simone Meddi, il quale ha chiesto un appuntamento con Alessandro De Simoni per chiarire la faccenda. Ma dalle parole si è passati alle botte, mentre un amico dell'aggressore faceva da «vedetta» affinché non si avvicinasse nessuno. Alessandro è rimasto a terra a bordo della strada. Un angolo alle spalle di piazza Gasparri, angolo di malavita del litorale romano, dove non ci sono nemmeno i negozi. Chi ha visto qualcosa dalle finestre delle vicine case popolari, non parla.
 
L'ARMA
I militari di viale Zambrini, guidati dal colonnello Alessandro Nervi, stanno lavorando alla ricostruzione dei fatti, dove nessun dettaglio è trascurabile. Il particolare del tirapugni è quello che potrebbe di più influire nel corso dell'incidente probatorio. Un elemento che potrebbe peggiorare la posizione di Simone Meddi che da dietro le sbarre continua a ribadire di non aver voluto colpire per uccidere. Anche se poi è andata così. «Stiamo valutando l'intenzionalità del gesto», ribadiscono i carabinieri. Simone è andato all'appuntamento con Alessandro per ammazzarlo o dargli solo una lezione? È questo l'interrogativo su cui si stanno concentrando le attenzioni del 112. Il cerchio delle indagini a breve potrebbe chiudersi, anche se resta difficile da capire se possa essersi trattato di una drammatica fatalità o di un omicidio premeditato. Non è semplice nemmeno capire il disegno che aveva in mente quella sera Simone, di buona famiglia e con gli studi svolti in una scuola privata dai costi esclusivi. Anche gli amici ancora non riescono a crederci e lo definiscono «un bravo ragazzo senza grilli per la testa», che però si è reso responsabile di un omicidio. Già a partire da questa mattina, Simone Meddi sarà interrogato in carcere dai carabinieri per fornire la sua versione dei fatti. Non è escluso che il magistrato possa richiedere ulteriori accertamenti per avere anche un quadro psicologico dell'aggressore. «Futili motivi personali», hanno scritto i carabinieri nei loro verbali. Motivi che però sono costati la vita ad Alessandro De Simoni, morto a 27 annni.
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Luglio 2016, 14:46