I funerali di Chiara, ammazzata in casa:
"Famiglia violata, guai a chi toglie la vita"

I funerali di Chiara, ammazzata in casa: "Famiglia violata, guai a chi toglie la vita"

di Marco Di Caterino
Afragola. «Nessuno ha diritto di togliere la vita a nessuno. Ogni vita è un valore di amore cristiano, e per questo è nelle mani di Dio. L'amore verso il nostro prossimo nasce nelle nostre famiglie, dove ogni componente deve ricevere rispetto e donare rispetto verso gli altri. Per questo, nessuno (ripetuto due volte a voce alta) si deve prendere la briga di fare male a nessuno».



Più che un'omelia, quella di don Vincenzo Polito, parroco della chiesa di Santa Maria delle Grazie, è sembrata un durissimo monito a quanti partecipavano al rito funebre per Chiara Capone, l'anziana donna trovata morta in casa, con mani e piedi legati, la mattina di mercoledì scorso, nella sua abitazione di via Lombardia ad Afragola.



La salma, giunta poco dopo le dodici di ieri mattina, direttamente dall'istituto di medicina legale del secondo Policlinico, dove è stata eseguita l'autopsia, è stata accolta sul sagrato della chiesa da tutti e sette i figli, e dal marito, dimesso da quarantotto ore dall'ospedale dove aveva subito un intervento per la sostituzione del pacemaker. Intorno ai familiari qualche centinaio di persone tra amici e conoscenti, che in un irreale silenzio si sono stretti con dolore discreto accanto ai familiari della donna.



Il pesante velo di mestizia per la tragica fine della povera donna non è riuscito a coprire un opprimente clima, reso pesante da voci, illazioni, sospetti, e soprattutto da quello che fino ad oggi è emerso dall'inchiesta. Gli inquirenti, infatti, dopo quattro giorni di frenetiche indagini, hanno escluso al momento, vista la mancanza di riscontri, piste che conducono a bande di malviventi che rapinano e uccidono persone anziane nelle loro abitazioni. E per forza di cosa i riflettori investigativi restano accesi nell'ambito familiare. Un'attenzione, che però i sette figli della donna rimandano al mittente e respingono con sdegno, anche a costo di essere bruschi e sgarbati. La pausa della giornata festiva ha consentito ai carabinieri del nucleo operativo di Castello di Cisterna, diretto dal maggiore Michele Dagosto e quello dei militari della compagnia di Casoria, diretta dal capitano Pierangelo Iannicca - coordinati dal pubblico ministero Ilaria Corda della Procura di Napoli Nord - di ripassare sotto la lente le dichiarazioni dei figli della vittima, e quelle delle altre persone sentite.



Sono stati riscontrati gli spostamenti e gli alibi dichiarati.
Ma l'attenzione maggiore degli inquirenti è ora concentrato sulle movimentazioni bancarie di tutti i familiari della vittima. Che, da quanto di è appreso, un paio di giorni prima della sua morte, avrebbe pagato un sostanzioso anticipo al titolare della ditta incaricata dei lavori di ristrutturazione dell'edificio di tre piani di proprietà della stessa Capone, che in casa, nella stanza da letto, avrebbe nascosto il resto di una somma di circa 120mila euro.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 12 Ottobre 2015, 15:33