Trump, condanna di Ue e Onu sul bando. Il 15 febbraio incontro con Netanyahu

Trump, condanna di Ue e Onu sul bando. Il 15 febbraio incontro con Netanyahu

di Alessandra Severini
La stretta sugli immigrati decisa da Donald Trump provoca un'ondata di indignazione in tutto il mondo. Il bando che ha chiuso le frontiere americane agli immigrati provenienti da sette Paesi (Siria, Iraq, Iran, Libia, Yemen, Sudan e Somalia) è definito dalle Nazioni Unite «illegale e meschino» oltre che «contrario ai diritti umani perchè si tratta di discriminazione basata sulla nazionalità».

Anche l'Europa ha preso posizione: «Questa è l'Unione europea - ha detto il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker - e noi non discriminiamo sulla base della nazionalità, della razza o della religione». Anche la Francia, con il ministro degli Esteri, Jean-Marc Ayrault, chiede di «annullare» il decreto anti-immigrati. Diversa è invece la posizione della Gran Bretagna. La premier Theresa May, ansiosa di garantirsi una sponda di peso oltreoceano in vista della Brexit, ha preso le distanze in modo abbastanza tiepido dalle scelte anti musulmane del nuovo inquilino della Casa Bianca e ha rinnovato l'invito ad un incontro a breve. Ma i sudditi di Sua Maestà non sono dello stesso parere. Oltre 1,4 milioni di britannici hanno firmato in meno di due giorni una petizione popolare chiedendo il rinvio della visita di Stato di Trump a Londra sulla scia dell'appello lanciato dal leader dell'opposizione laburista, Jeremy Corbyn.

The Donald però non sembra preoccupato. Pur precisando che lo stop a rifugiati e immigrati è «una misura temporanea» il presidente non sembra intenzionato ad abbandonare la linea dura. «Il presidente sta facendo quello che ha promesso ha detto il suo portavoce - e farà tutto ciò che è in suo potere per fermare qualunque tipo di minaccia alla sicurezza del Paese». Il decisionismo trumpiano però sta scatenando enormi manifestazioni di protesta in tutti gli Stati Uniti e ha colto di sorpresa e messo in difficoltà anche la macchina amministrativa americana. Il procuratore generale dello Stato di Washington ha annunciato un'azione legale contro il decreto. Anche Wall Street che aveva accolto con entusiasmo l'elezione di Trump ora appare più fredda. Ieri ha chiuso in negativo, trascinata dal ribasso dai titoli delle compagnie aeree. Grandi aziende americane, inoltre, a partire da quelle della Silicon Valley (Google, Twitter, Apple) hanno fortemente contestato le decisioni del tycoon e difeso il «valore della diversità».

Ma il presidente statunitense va avanti per la sua strada. Trump ha firmato un altro ordine esecutivo per una massiccia deregulation nel settore delle piccole e medie imprese e ha annunciato per il 15 febbraio un incontro con il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Netanyahu ha già annunciato che chiederà al presidente Usa di «rinnovare le sanzioni contro l'Iran».
Ultimo aggiornamento: Martedì 31 Gennaio 2017, 08:56
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